Dell' Acefalo
In antichità si raccontava dell'esistenza di un popolo di uomini senza testa, il quale abitava parti remote del mondo. Sono giunti sino a noi alcni riferimenti riguardo questi esseri chiamati akephaloi (dal greco, "quelli senza testa") o Blemmi (latino: Blemmyae) e descritti come privi di testa, con i tratti del viso sul petto. Questi furono inizialmente descritti come abitanti dell'antica Libia o del sistema del Nilo (Etiopia). Le tradizioni successive hanno limitato la loro presenza a una particolare isola del fiume Brison, o in India.
Si dice che i blemmi si manifestino in due tipi: con gli occhi sul petto o con gli occhi sulle spalle. Altri riferimenti li chiamano Epiphagi, una variante che indicava nello specifico le persone senza testa del Brisone, a volte è usato come termine che si riferisce strettamente al sottotipo con gli occhi sulle spalle.
Tra il VII e l'VIII secolo, ne troviamo traccia in una Lettera di Pharasmenes ad Adriano, i cui resoconti di meraviglie come donne barbute e uomini acefali (uomini senza testa) furono incorporati nei testi successivi, tra i quali ricordiamo De Rebus in Oriente Mirabilibus (noto anche come Mirabilia), la relativa traduzione anglosassone, il trattato di Gervasio di Tilbury e la leggenda di Alessandro attribuita all'Arcipresbitero Leone.
Il testo latino nella recensione noto come Lettera di Fermes è stato tradotto alla lettera in Otia Imperialia di Gervase di Tilbury (1211 circa) che descrive un "popolo acefalo" ("Des hommes sanz testes") di colore dorato, che misura 12 piedi di altezza e largo 7 piedi, e che vive su un'isola nel fiume Brisone (in Etiopia).
Tale acefalo viene nominato anche nel "catalogo dei popoli strani" tratto da Meraviglie Anglosassoni dell'Est (traduzione di Mirabilia) e nel Liber Monstrorum; le recensioni di entrambe queste opere sono rilegate nel manoscritto di Beowulf. Purtroppo la traduzione giunta fino a noi è incompleta, e nessun nome viene dato agli isolani senza testa, alti otto piedi nelle Meraviglie dell'Est. Invece, Epiphagi ("epifugi") è il nome dato agli acefali nel Liber Monstrorum. Questa forma deriva da "epiphagos" in una recensione modificata della Lettera di Pharasmenes conosciuta come Lettera di Premonis a Traiano (Epistola Premonis Regis ad Trajanum).
Storia: nome dato ai monofisiti egiziani che nel 482 preferirono separarsi dal loro patriarca Pietro Mongo, piuttosto che accettare l'Enotico dell'imperatore Zenone. Scienze Naturali: nome dato da Cuvier ai bivalvi, classe dei molluschi a cui manca una regione cefalica.
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