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Il Segreto dell'Alchimista
di Antonia Romagnoli
L’età dell’Acquario edizioni

 

Un’inquietante catena di omicidi.
Un’innaturale nebbia che dilaga nelle Terre.
Un Mandato da portare a termine.
Una donna in lotta con se stessa.

Il romanzo di Antonia Romagnoli, tomo fantasy di 604 pagine, racconta la vicenda di Ester, Magistra di Magia, la cui tranquilla quotidianità viene bruscamente interrotta dall’arrivo nella città di Palaistra del principe Nimeon, erede al trono delle Colline d’Oro, e dalla successiva investitura nel Mandato che li porterà alla ricerca dell’assassino che si muove indisturbato per le Terre.
Un fantasy che si tinge di giallo, ma non solo: i risvolti psicologici della protagonista, magistralmente descritti, mostrano una donna caparbia ma, infondo, insicura, con un passato oscuro che riemerge lentamente, fino a collegarla quasi direttamente all’assassino.
Qual è il filo sottile che lega Ester agli omicidi?
In un viaggio all’interno delle Terre, passato, presente e futuro si incontrano per arrivare al segreto dell’Alchimista, in un vortice di eventi appassionanti capaci di incantare e far sognare.
Ancora una volta Antonia Romagnoli, già autrice del comic-fantasy “la magica terra di Slupp” riesce ad abbattere tutti i clichè della fantasy classica, riproponendo nuovi schemi di lettura capaci di saltare da un mondo all’altro con escamotage tutt’altro che scontate, soluzioni convincenti, ritmi di narrazione accattivanti.
I personaggi sono ben caratterizzati: un plauso particolare per il mago Dert, la cui simpatia spicca subito all’occhio, e il matematico Van, che incarna fin troppo bene l’allievo modello e l’innamorato perfetto. Grandiosi i battibecchi tra Ester e Nimeon, che con i loro caratteri piuttosto accesi descrivono bene i reciproci sentimenti che passano dalla tolleranza reciproca fino all’amicizia e, chissà, forse, qualche cosa in più.
Un romanzo tutto da scoprire, 604 pagine che reggono bene la tensione e spronano alla lettura.
Cosa dire, se non che si spera ardentemente in un seguito, anche se il romanzo è autoconclusivo non si può non affezionarsi ai suoi personaggi, e sperare di ritrovarli in un’altra avventura.

Chiara Guidarini