Di Clive Stasples Lewis
Edito da Arnoldo Mondadori Editore
Al nominare il genere Fantasy, ormai le immagini evocate alla mente implicano necessariamente scene di combattimenti epici, guerrieri roboanti nelle loro scintillanti armature, maghi potenti pronti a scatenare il finimondo con un semplice gesto di un dito… Senza poi considerare i nani burberi sempre intenti a cercare goblin da trucidare, alti elfi amanti della bellezza e così via. Ormai una storia fantasy non può essere letta al fratellino o alla sorellina più piccola, oppure ai figli, per chi li avesse già. In generale, la narrativa fantasy sta drasticamente cambiando stile, e quindi target: è raro che troviate dei bambini di meno di dieci anni già alle prese con questo genere letterario.
Eppure non sempre è andata così: “Il Leone, La Strega e L’Armadio” è al contempo un ottimo libro fantasy ed una splendida fiaba, ammirabile per la semplicità e la chiarezza con cui è stata scritta, al punto da riuscire ad incantare anche quelli che proprio piccoli non sono più. Trattando con chiarezza disarmante tematiche come fiducia, amicizia, tradimento e riscatto dal male, la storia assume contorni sfumati, lasciando il campo all’educazione del sé, alla riscoperta di valori semplici, semplici come quelli dei bambini ma non per questo meno importanti di quelli, spesso ben più incomprensibili ed artificiali, del mondo “dei grandi”. L’intero racconto assume inoltre diverse sfumature allegoriche, già considerato nella sua globalità: i quattro bambini al termine dell’avventura arriveranno a scoprire di essere importanti come dei Re (doveroso il collegamento con i Manowar: “Che la Libertà regni e che ogni uomo sia [importante come] un Re”).
Anche analizzando i personaggi chiave della vicenda si può confermare il forte carico allegorico del racconto: la Strega, tentatrice che reclama il sangue di coloro che corrompe al suo Inverno ed il Leone, che accetta il sacrificio per salvare il bambino che ha tradito i suoi amici. Al leggere l’umiliazione del maestoso Leone poco prima del suo sacrificio sull’Altare di Pietra, come può non venire alla mente l’umiliazione ed il sacrificio di un Altro, che ha dato anch’egli la vita per salvare tutti coloro che si erano allontanati dalla Verità per abbracciare l’Angelo Caduto? Come può essere ignorato il parallelo tra il soffio del Leone che rianima le statue e la Parola di Verità e Vita che rianima gli uomini, rendendoli liberi?
Il cammino dei quattro bambini però non avviene “in solitario”, è invece guidato da un figura autorevole e colta, quella del Professore, che mostrerà con poche e fugaci apparizioni quanto il pensiero comune e diffuso sia quantomeno fuorviante. Al racconto della piccola Lucy del mondo oltre l’armadio egli crede prima dei bambini, confutando sempre la logica comune, da lui sostituita al buonsenso ed alla semplicità, poiché “se non sarete semplici come bambini non entrerete nel mio Regno”… Il Regno che la piccola Lucy per prima ha potuto vedere. E, nel continuo richiamo del Professore alla strada giusta che non esclude il Mistero bensì lo contempla come soluzione più plausibile e più verosimile, come non ricordare il ripetuto ma sempre valido, sempre attuale…
“Ma cosa insegnano a questi ragazzi nelle scuole?”
Raileen