Il libro si presenta come un racconto che un prigioniero espone alle orecchie del Re Serse di Persia, figlio di Dario, e i suoi servitori. Xeone, il povero prigoniero ferito, è l’unico superstite del formidabile gruppo di Spartani che alle Porte di Fuoco (le Termopili) hanno affrontato l’immenso esercito dei sottomessi di Serse. Il giovane scudiero che espone il racconto, sotto la richiesta di Serse di raccontargli che gente siano gli spartani, così formidabili come guerrieri ma ignoti come uomini, s’introduce nella narrazione preferendo cominciare dalla sua giovinezza. In varie riprese l’autore del libro varia da narrazione del “presente” (e la descrizione narra dell’avanzata dell’esercito di Serse all’interno della Grecia e della disfatta di Atene tenute sullo sfondo, mantenendo in primo piano il comportamento dello stesso Re ed il rapporto che lentamente s’instaura tra i suoi asserviti e il giovane prigioniero); e della narrazione del “passato” (in cui Xeone narra del sacco della sua cittadina e dell’omicidio della famiglia, di come poi ha vissuto sulle montagne con il suo servo e la cugina, di quando, dopo la morte del loro servo-amico-insegnante, i due ragazzini si sono diretti verso Atene, dove lui l’avrebbe lascata per proseguire verso Sparta, dove sarebbe diventato un guerriero).
La narrazione di Xeone tratta vari punti, approfondendo lentamente su personaggi e situazioni della sua vita che lentamente, in un formidabile intrecciarsi, porteranno alla vera conoscenza dello spirito spartano, sia dal punto di vista guerriero, che di quello di cittadino, che di quello di donna o di Re. Il modo in cui si trattano i sentimenti nelle varie situazioni è a dir poco particolareggiato e studiato, fin nei minimi dettagli e nulla, dei comportamenti, è lasciato al caso. I personaggi possiedono tutti un notevole spessore all’interno della storia anche per quelli che non rappresentano dei diretti appartenenti alla trama.
Il povero Xeone può solo descrivere le gesta di quei guerrieri che lui ha conosciuto, come scudiero di Dienece, comandante di un piccolo plotone di Spartani all’interno delle truppe di Leonida.
Il racconto si conclude con la battaglia delle Termopili, descritta in maniera sublime e per nulla idealizzata dall’autore. La crudezza degli eventi e la fraddezza con cui sono descritti trasportano il lettore all’interno della vicenda, catapultandolo in una tremenda situazione dove un semplice uomo non reggerebbe.
PERSONAGGI
Potremmo dire che tutta la storia viene intrecciata sulle gesta di molte persone dato che ad influenzare le scelte di un singolo personaggio sono sempre varie situazioni che ne hanno visti partecipi molti altri. Comunque vi sono sempre dei personaggi più rilevanti e altri che rimangono in un secondo piano (anche se per nulla trascurati dall’autore) io, darò qualche indicazione di quei personaggi che potrebbero essere ritenuti principali:
Xeone: sono riluttante nell’inserire il narratore tra i personaggi più importanti perché, in maniera molto umile e controllata, l’autore riesce sempre a fargli descrivere le scene in maniera esterna. Lo introduco tra i personaggi importanti perché, alla fine dello scritto è quello di cui si riesce a percepire ogni minima sfumatura, riuscendo quasi ad intuire le sue intenzioni, avendo rivissuto con lui i passi più importanti della sua vita.
Alessandro: amico del povero scudiero, Alessandro cresce con lui come appartenente all’esercito. Si conoscono quando Xeone gli viene assegnato come servitore. Si sarebbero addestrati assieme. Alessandro diventa, nel corso di tutta la durata della narrazione, da giovane imprudente a determinato guerriero grazie all’operato di Dienece, il suo mentore e alle continue istigazioni del grande guerriero, e campione olimpico, Polinice.
Dienece: è per Alessandro un mentore, e lo sarà fino alla fine… Mentre si trasformerà in un grande amico dello stesso Xeone, fin da quando questo diviene suo scudiero. Dienece è uno dei comandanti delle truppe di Leonida e, forse, l’unico suo vero amico all’interno di queste. Grande conoscitore dello spirito di un guerriero sa sempre cosa dire per calmare un esercito spaventato o sa sempre come comportarsi per calmare uno spirito invasato dalla battaglia.
Leonida: cosa si può dire se non che questo personaggio, così formidabile come Re e come uomo, veniva usato, nella narrazione di Xeone, per insegnare a Serse cosa dovesse essere un vero sovrano. Un esempio di umiltà e altruismo, doti poco presenti nel sovrano persiano ma del tutto palpabili in quello di Sparta. Grande come uomo perché saggio e umile, come gia detto; grande come guerriero perché, anche di fronte alla sconfitta pensa in primo luogo ai suoi cari amici ed in secondo a se stesso.
Polinice: grande campione olimpico di Grecia e comandante delle truppe di leonida al pari di Dienece, questo grande e formidabile guerriero è come un secondo mentore per Alessandro anche se in maniera particolare e ostile. Si rivelerà un grande amico ed un vero e proprio valoroso, all’interno dell’ultima grande battaglia.
Le Donne: dico così perché tutte le donne dello scritto influenzano in maniera pesante le decisioni dei personaggi in primo piano, lo stesso Xeone, innamorato della cugina, continuerà a cercarla per molto tempo della sua vita. Dienece si sacrifica (venendo assegnato ai 300 che sarebbero partiti alle Termopili a morire) per salvare l’unico erede del fratello morto della moglie; è quindi per amore della propria Donna che accetta di disonorare lei e se stesso e di sacrificarsi andando alla battaglia. Sarà per le donne che Leonida sceglierà i guerrieri da mandare alle Termpopili, perché solo dei mariti con figli maschi e mogli forti sarebbero stati mandati alla battaglia. Per quanto riguarda Alessandro, sua madre si era opposta a mandarlo nell’esercito e, proprio lei, alle Termopili, perderà non solo un figlio, ma anche un marito.
COMMENTO
PERSONALE
Non posso che congratularmi con l’autore per il formidabile scritto che i miei occhi hanno percorso, così aperti e attenti da farmi rivivere le scene in sogno. Consiglio a chiunque si prodighi a leggere le pagine del libro, di prestare molta attenzione alle situazioni dato che l’autore le tratta come veri e propri passaggi fondamentali e ricordate che nulla è lasciato al caso. Srcitto semplicemente formidabile, insegna e mostra come si diventa veri guerrieri facendo della guerra non un arte, ma un vero e proprio lavoro. Mostra in primo piano i sentimenti e le situazioni che portano un uomo a comportarsi in certe maniere o a svolgere determinate azioni in situazini estreme o a trarre certe conclusioni in una determinata discussione. Veramente da non perdere.
Claudius, Maestro delle Arti