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L'ultima legione

Notizie sull’autore 

VALERIO MASSIMO MANFREDI, topografo del mondo antico, ha insegnato in varie università italiane e straniere e condotto spedizioni scientifiche e scavi in molte località d’Italia e all’estero. Collabora come antichista a “Panorama” e al “Messaggero”. Attualmente insegna Archeologia classica all’Università Bocconi di Milano. Ha pubblicato numerosi articoli e saggi, tra cui: “Senofonte-Anabasi”, “La strada dei diecimila”, “Le isole fortunate”, “Akronopolis”; Con Luigi Malnati: “Gli Etruschi in Val padana”; Con Lorenzo Braccesi:  “Mare Greco” e “I Greci d’Occidente”; Con Venceslas Kruta:” I Celti d’Italia”. Dei suoi romanzi ricordiamo: “Palladion”, “Lo scudo di Talos”, “L’Oracolo”, “Le paludi di Hesperia”, “La torre della solitudine”, “Il Faraone delle sabbie”; Con Giorgio Celli e Francesco Guccini, “Storie d’Inverno”. Sono seguiti la trilogia “Alexandros” su Alessandro Magno, tradotta in tutto il mondo e “Chimaira”.       

LUOGO E TEMPO DI SVOLGIMENTO

Il romanzo si svolge tra l’Italia e l’Europa del 476 D.C.

BREVE  RIASSUNTO

Siamo nell’anno 476 D.C.. Odoacre, generale barbarico, fa deporre il tredicenne Romolo Augusto, ultimo imperatore romano d’occidente, e lo fa rinchiudere in un palazzo di Capri. Si chiude così definitivamente il sipario sulla civiltà di Roma, ma non tutto è perduto: Un gruppo di valorosi legionari, fedeli all’imperatore tentano di liberalo. Comincia così una fuga a perdifiato attraverso un Italia e un Europa devastate e drammaticamente affascinanti, fino all’ultimo approdo, fino all’ultima resa dei conti in un luogo desolato agli estremi confini del mondo. Un tiranno che si nasconde dietro una maschera d’oro, un arma segreta e invincibile, un antica profezia druida e un armata fantasma, sono i pezzi che si muovono sulla magica scacchiera di questo romanzo, fino all’ultimo, incredibile colpo di scena.

PERSONAGGI

Romolo Augusto: Ragazzo di appena tredici anni, viene insediato sul trono da suo padre, il generale Oreste. A lui che non ha nemmeno la forza di reggere lo scettro, viene affidato addirittura il destino dell’Occidente. Le drammatiche prove a cui sarà sottoposto, tuttavia, lo faranno maturare e crescere, rendendolo una persona saggia.

Meridius Ambrosinus: Druido, giunto in Italia 30 anni prima per chiedere all’imperatore un esercito con cui tornare nella sua terra di Britannia e difenderla dagli invasori barbari, trova una corte corrotta e un armata imperiale allo sbando. Deluso e amareggiato, inizia a vagare senza meta, finche non salva la vita del piccolo Romolo quando aveva ancora 5 anni, divenendone così il suo precettore e rimanendo al suo fianco per sempre.

Aureliano Ambrosio Ventidio, detto Aurelio: Legionario valoroso, dal passato oscuro. Infatti solo una cicatrice stà a ricordare dove ha ricevuto un forte colpo che gli ha fatto perdere la memoria. Da quel che riesce a ricordare, ha sempre servito nelle legioni. Romolo è il suo imperatore, ultimo simbolo di Roma, e fa di tutto per strapparlo dalla sua prigionia e metterlo in salvo.

Rufio Elio Vatreno: Legionario originario della Spagna e compagno di Aurelio, piuttosto che ritirarsi e abbandonare tutto, lo segue in quella che considera un impresa folle e disperata.

Livia Prisca: Formidabile guerriera, si unisce al gruppo perché spera, mettendo in salvo Romolo a Bisanzio, di ottenere dall’Impero d’Oriente il riconoscimento dell’indipendenza del suo piccolo villaggio. Quando vede Aurelio per la prima volta, ha l’impressione di conoscerlo, e forse è l’unica che può aiutarlo a ritrovare il suo passato.

Cornelio Batiato: Gigantesco etiope nero, non era uno schiavo, bensì un legionario fedele al proprio comandante. Essendo la sua patria d’origine lontana, e vedendo ormai calpestata la sua patria d’adozione, anche lui decide di seguire i suoi compagni nella liberazione dell’imperatore fanciullo.

Demetrio e Orosio: Soldati bizantini, fatti prigionieri dai barbari che avevano distrutto le loro case e le loro famiglie, vengono rivenduti come schiavi in Italia. Liberati per caso da Aurelio e compagni e non avendo più una casa dove andare, decidono di mettere le loro lame al servizio del giovane imperatore, concludendo così il gruppo di liberazione.

Wulfila: Barbaro, braccio destro di Odoacre, sanguinario, feroce e spietato ha il compito di sorvegliare Romolo nella sua prigione, e quando questi viene liberato, si mette al comando di un drappello di cavalieri barbari per uccidere sia il ragazzo che i suoi liberatori, iniziando un inseguimento fino ai confini del mondo.

COMMENTO PERSONALE

La deposizione di Romolo Augusto è tradizionalmente indicata come il passaggio dall’età antica e classica, al medioevo, e nel romanzo, nei pensieri degli ultimi legionari e di coloro che incontrano, si vede chiaramente tutta l’angoscia per la fine di un mondo ritenuto saldo ed incrollabile, e l’inizio di una nuova epoca senza più imperatori, ma con nuovi tiranni che si dividevano l’impero e contemporaneamente dividevano anche le genti, non più unite da un'unica legge e lingua. Ed è proprio la consapevolezza di appartenere ad un mondo ormai morente che tiene unito questo gruppo di disperati, che in tempi dominati dalla violenza, sanno ancora cosa siano valori come la Lealtà, l’Amicizia e il Sacrificio per i compagni.

Il romanzo poi si presenza con una trama dinamica e avventurosa, ricca di colpi di scena ed il tema principale della fuga dell’imperatore si intreccia poi con gli altri temi: Il misterioso passato di Aurelio, il ritrovamento di un arma leggendaria, un armata fantasma che forse attende ancora l’arrivo del suo imperatore e un tiranno feroce e crudele che nasconde il suo volto dietro una maschera d’oro.

Finisce l’impero di Roma, ma non la sua tradizione, perché mentre Ambrosinus pensa come salvare Romolo e tramandare le tradizioni antiche, Livia pensa al suo piccolo villaggio, un  agglomerato di capanne, che pure nei secoli successivi influenzerà non poco i destini d’Europa.

Un romanzo insomma che vale la pena di leggere.

(Fecisti patriam diversis gentibus unam – Rutilio Namanziano)

 

Gianlù