Il
Mostriario
Yeti / Bigfoot
Tutti
almeno una volta hanno sentito
parlare di Yeti, Bigfoot,
Abominevole Uomo delle Nevi,
Sasquatch, e chi più ne ha, più
ne metta.
Sono famosissime
le immagini del video filmato da
Patterson nella California
settentrionale, dove Roger
Patterson si imbattè in un essere
peloso che si aggirava lungo un
torrente.
Alcune riprese del filmato mostrano
l'essere mentre si
allontana e poi si volta a
guardare: Patterson fece anche dei
calchi delle sue impronte, e qui le
confronta con il proprio piede.
Una antichissima leggenda degli indigeni d'America narra del Sasquatch, parola
indiana che tradotta significa "uomo peloso".
Nuovi
allettanti indizi sullo sfuggente
Yeti del Nepal, vennero scoperti
dagli alpinisti John Edwards e John
Allen, durante la spedizione
britannica del 1979. Il 10
novembre, sulla via di ritorno
verso campo base, a oltre 5000 m di
altitudine, Edwards notò un masso
sporgente che formava una caverna
naturale e disse ad Allen di
aspettarlo mentre andava a dare
un'occhiata. Ebbe la sorpresa di
trovare vicino alla caverna, una
serie di
impronte quasi umane sulla neve.
Quando Allen lo raggiunse
echeggiò un urlo agghiacciante,
lacerante, disumano che durò 5 o 6
secondi. Edwards e Allen pensarono
allora di essere molto vicini ad un
Abominevole Uomo delle Nevi.
Il giorno seguente, tutti i membri
della squadra guidati da Whyte,
tornarono sul posto e fotografarono
le impronte ancora nitide ed erano
di verie misure. Indicavano il
passaggio di una coppia o di una
piccola famiglia di quelle
creature. Furono raccolte delle
feci trovate vicino alle orme e
portate in Inghilterra per essere
analizzate.
"Abbiamo fotografato
un'impronta" dice Whyte "
che nessuno è in grado di
riconoscere in maniera
soddisfacente. Sono convinto che
lassù esista un animale che non è
ancora stato catalogato negli
elenchi naturalisti".
(People, 21 gennaio 1980).
" E' da quando nel 1889, il colonnello inglese Waddell, in missione nel nord dell'India, che vide impresse sulla neve "orme di piedi giganteschi" a 5 mila metri di quota, che si va a caccia, invano, dello yeti, detto anche "abominevole uomo delle nevi".
Ciuffo ignoto. Una recente spedizione nell'Himalaya, però, ha portato al ritrovamento di un ciuffo di peli che, esaminato dall'Istituto di medicina molecolare di Oxford, sarebbe risultato "non riferibile a un umano, né a un orso o a una specie nota". L'esame del Dna dovrebbe portare a una risposta più precisa. Gli esperti, pensano che, ammesso che i peli appartengano a un primate, non dovrebbe comunque trattarsi di un umanoide.
Orango? In primo luogo perché tutti gli ominidi apparsi sul pianeta hanno sempre cercato di allargare le conoscenze e il proprio territorio. E questo contrasta con l'isolamento geografico in cui vivrebbe il presunto yeti. In secondo luogo le descrizioni dell'animale farebbero pensare più a un orango che a un ominide ".
(Focus, luglio 2001)
Ecco un interessantissimo articolo
segnalatoci da Enricus IX, riguardante un insolito ritrovamento...
Articolo tratto da "Il Tempo" dell'8 gennaio 2004:
ESPLORATORE RUSSO A CACCIA DELL’ABOMINEVOLE UOMO DELLE NEVI
Trova in Siberia una gamba mummificata: «Il piede ha gli artigli, appartiene a uno Yeti»
MOSCA — L'esploratore e scalatore russo Serghiei Semionov ha ritrovato lo scorso agosto su un ghiacciaio della catena siberiana dell'Altai un impressionante gamba pelosa con artigli. Un arto che, sulla base delle analisi sin qui effettuate, non è di alcun animale conosciuto, vivente o scomparso. Ed ha quindi fatto pensare allo Yeti,
l'Abominevole uomo delle nevi che è tradizionalmente ritenuto un abitante della Siberia. Semionov, biologo di formazione, ha ritrovato l'intero arto inferiore in due successive spedizioni durante le quali ha riportato indietro anche alcune costole e frammenti del bacino.
La gamba in questione comprende la zona dal piede al ginocchio. La parte più importante, forse, essendo quella che grazie alla forma del piede e all'articolazione si rivela appartenente ad un essere che si muoveva eretto. La gamba, mummificata dal gelo, probabilmente risalente a migliaia di anni
fa, ma in stato di perfetta conservazione e ancora ricoperta di pelo rossiccio anche sotto il piede, apparteneva, secondo gli esperti che l'hanno esaminata, ad un essere adulto di altezza simile a quella di un uomo medio-alto, non più di 1,80 cm. Il piede potrebbe calzare una scarpa 43. Ed è proprio il piede a colpire: arcuato come quello dell'uomo, cinque dita di cui il più lungo, contrariamente a quel che avviene nell'uomo, non è l'alluce. E ha tre falangi, come nell'uomo, ma dotate di artigli. Potrebbe
essere il piede di un lupo se non fosse per l'articolazione del calcagno, e perchè così grande.
Le altre ipotesi sono egualmente cadute perchè nè i primati nè gli orsi vivono tanto in alto. Ma all'idea che fosse l'arto di un orso, qualcuno era rimasto attaccato. Sino a quando il dottor Iuri Kemer, dell'istituto di anatomia patologica veterinaria di Barnaul, nella repubblica dell'Altai, aveva comparato i tessuti e aveva detto: «No, non è un orso». E anche lui aveva finito per avanzare l'ipotesi dello Yeti.
Semionov è un siberiano quarantenne di poche parole che all'ipotesi dell'esistenza dello Yeti sembra giunto per averne tanto sentito parlare, durante le spedizioni ai confini di Cina e Mongolia, dai molti che dicono di averlo incontrato. «Ma mi ha sopratutto colpito il fatto - dice - che tutti gli sciamani cui ho mostrato l'arto, tra cui una donna, non hanno avuto dubbi. "E l'arto di uno Yeti" mi hanno detto, ed hanno compiuto dei riti magici». «Gli sciamani siberiani - spiega - considerano gli Yeti esseri
magici, appartenenti ad un'altra dimensione, che ogni tanto appaiono nella nostra. E mi hanno detto che io sono stato apparentemente scelto per comunicare con loro». «Ma - aggiunge con un mezzo sorriso - mi hanno avvertito che proprio rimuovendo la gamba sono stato la causa dei violenti
terremoti che da allora hanno colpito la regione dell'Altai». La prima scossa, fortissima, superiore ai 7 gradi Richter venne registrata due settimane dopo il ritrovamento di Semionov, avvenuto il 26 agosto.
Adesso Semionov sta organizzando una nuova spedizione sull'Altai, la prima davvero a caccia dello Yeti. Per ritrovare altre parti dell'essere misterioso ma anche, chissà, per trovarsi faccia a faccia con un esemplare ancora vivo.