Le
Avventure di Majere
“E’ pronto in tavola” grido Gesal, la madre di Majere, un apprendista mago che viveva al castello di Ocre. “Arrivo appena ho finito con la palla di fuoco” fu la risposta dell’adolescente.
“Muoviti, continueremo dopo” lo rimproverò Krool.
Krool era l’insegnante di Majere. Il giovane lo amava molto ma ambiva a livelli superiori a quelli impostigli dal vecchio Geomante. L’età aveva infatti segnato il vecchio, non solo facendogli ingrigire i capelli lunghi fino alla spalla e piuttosto stopposi, ma anche impedendogli di eseguire gli incantesimi più difficili e il suo massimo era qualche sparuta saetta lanciata dalle dita, naturalmente questo succedeva solo se non c’era vento, il sole era coperto ma non pioveva e il re aveva il raffreddore.
Il re di Ocre era famoso perché nella sua vita non aveva mai avuto il raffreddore, neanche da bambino.
“Che si mangia di buono, mamma?”chiese Majere risalendo il sentiero che portava dal padiglione per gli incantesimi a Villa Drago, così chiamata in onore del drago Ainer, che tempo prima aveva salvato Ocre dalla distruzione da parte degli archetti che prima dell’avvento di bluedragon, quando Ocre era solo un piccolo villaggio fra le montagne, imperversavano in quella regione. La Villa era un complesso asimmetrico, nella cui parte destra alloggiavano i genitori, nel centro si trvavano la sala da pranzo ed il soggiorno, nell’ala destra gli alloggi degli ospiti. Sulla torre si trovavano le stanze di Majere, il suo studio, e l’osservatorio.“Oggi ci sono gli gnocchi alla ofeniana, il tuo piatto preferito per premiarti dei progressi che hai fatto” Gifua fu premiata con non uno ma due sguardi famelici, il primo di Majere ed il secondo di Krool, che spesso si fermava anche per settimane intere dai Dalgar, la famiglia di Majere. Egli occupava le stanze vuote del padre, disperso sul continente orientale.
A tavola Majere parlò a Krool e a Gesal dei suoi progetti partire, ma non suscitò reazioni favorevoli,almeno dalla madre.
“Perché mamma? Ormai ho 15 anni, sono abbastanza grande per viaggiare!” “No, no, no, e poi no.” Disse la padrona di casa in tono che non ammetteva repliche, “Ho detto che non partirai e tu non lo farai.”
“Suvvia Gesal, ragiona,” intercesse il Maestro “oramai il giovane Maj non lo è più tanto da restare qui a Ocre. Vuole solo viaggiare, conoscere gente nuova, apprendere altre magie che io non sono più in grado di insegnargli.” “ma Maestro” lo interruppe gentilmente Majere “tu sei saggio, hai sulle spalle 196 anni, come potresti non avere più niente da insegnarmi?” chiese il giovane Apprendista. “Non metto in dubbio che sulla vita ti posso insegnare ancora molto” rispose Krool “ma non ti accorgi che non riesco a fare nemmeno le magie più elementari?sono troppo vecchio…coff, cough, coff, coff” disse il Maestro prima di essere interrotto da un attacco di tosse. “E va bene” cedette Gesal “va a fare i bagagli figlio mio.”
“SVEGLIA MAJERE, MAGO DORMIGLIONE!” gridò Brom, il cantastorie che da due anni accompagnava Majere.
“Yaaawn… si, si arrivyaaaaaaaawn” disse il mago quasi spaccandosi le mascelle.
Due anni di uccisioni di mostri per allenarsi e guadagnarsi il pane.
“Come al solito ho preparato io la colazione” disse il cantastorie sedendosi vicino alle uova che aveva appena cotto “Muoviti finchè sono calde” gridò al mago che si stava liberando dei suoi bisogni dietro un albero.
Due anni di tristezza dopo la morte di Krool.
Majere era partito il giorno dopo la morte del suo maestro e dopo appena due miglia s’era visto arrivare incontro un ragazzo di nome Brom tutto trafelato che sosteneva di essere un aspirante cantastorie e di voler documentare tutte le sue avventure.
Il ragazzo era poco più grande di Majere, aveva corti capelli scuri, molto ben tenuti
“Arrivo, arrivo” ribattè il mago finendosi di infilare la lunga veste rossa che si ostinava a mostrare in quanto simbolo della magia, anche se era terribilmente fuori moda.
Due anni per dirigersi a est, verso la nave che li avrebbe portati a Katai.
“Stai di nuovo rimuginando sui tuoi ricordi? Se mai scriverò le tue avventure mi devo ricordare di tagliare quei pezzi. Sono stati gli anni più dolorosi della mia vita. Ricordo ancora quando hai cercato di farmi levitare e mi hai trasformato in un ranocchio. Non è affatto bello.”
Majere si sedette a mangiare il suo uovo. “Delizioso come sempre.” affermò gustando appieno il sapore del primo pasto della giornata, “Ti ringrazio Maj, secondo i miei calcoli” continuò il cantastorie “dovremmo arrivare domani al mare” disse con la bocca ancora piena iniziando a raccogliere le sue cose.
Con un impercettibile segno di assenso Majere si alzò e spense il fuoco, poi andò a rimettere a posto le sue cose.
Tutto si svolse in silenzio, meccancamente. Ogni mattina era la stessa storia: si alzavano, prendevano le loro cose, se gli andva bene uccidevano qualche mostro, e poi si coricavano e il giorno dopo ripetevano tutto.
Ma non oggi.
Oggi sarebbero arrivati al mare e avrebbero preso il traghetto per Katai.
“Tutto a posto?” chiese Majere, il più giovane dei due “Sì, possiamo partire.”
Si alzarono contemporaneamente, e avviandosi iniziarono a cantare una vecchia ballata nel modo più stonato che si possa immaginare;
“andando sulla stradaaaa ci stanchiamoooo,
e poi mangiamoooooo, tutto cio che troviamooooo”
“Hei Brom, da come canti ti sconsiglio di fare il cantastorie in qualsiasi paese non munito di solide mura” “perché? Cos’ho che non va?” chiese lui, “oh, niente, ma gli orchetti ti potrebbero scambiare per un loro simile e portarti al loro rifugio”.
Il viaggio continuò così per mezza giornata, col mago che insultava amichevolmente l’altro per la sua stonatura e Brom che gli rispondeva a tono. Dopo quattro miglia, gli amici notarono un movimento nel bosco lì vicino. “Orchetti” esclamarono all’unisono mettendosi in assetto da battaglia.
Fu relativamente facile, quando uscirono dal bosco gli orchetti erano una ventina, quando arrivarono a tiro erano dimezzati da un incantesimo, quando arrivarono a portata di spada ne restavano due, uno a testa.
I problemi arrivarono dopo: quella era solo un’avanguardia di una truppa di trenta orchi e due troll.
Finalmente ci si divertiva.
Una freccia partì dal’arco di Brom, dopo dieci metri c’erano due frecce, dopo venti ce n’erano quattro, dopo quranta metri ce n’erano otto,dopo ottanta metri sedici frecce infuocate piombarono sugli orchi.
Contando i danni provocati dai cadaveri brucianti, rimanevano dieci orchi e due troll.
Una piccola scossa del terreno bastò per far inciampare fra loro i troll che, cadendo uccisero altri sette orchi. I rimanenti se la batterono appena si ripresero dallo shok.
Altre due frecce misero fine alla vita dei troll.
Dopo circa due leghe la terra cominciò lentamente a degradare e a diventare sempre più grtanulosa. In meno di un miglio si era trasformata in una sabbia bianchissima e già si vedeva il mare. In riva a quest’ultimo poi sorgeva il Porto di Grishnak, un’antica quanto piccola città portuale dominata dagli austeri ed impressionanti alberi delle navi ormeggiate in quel sito.
Le mura erano candide e incise da bassorilievi fantastici, ma più di tutto spiccava il palazzo reale.
Non era molto più grosso di Villa Ainer ma in confronto con le capanne, in netto contrasto con le mura, era immenso.
Avvicinandosi alla città, il vociare crebbe di intesità. Una volta arrivati alle mura, mentre svolgevano le pratiche per entrare in città, i due compagni capirono che si stava svolgendo una fiera di dimensioni impressionanti.
“Brom, guarda qua” disse il diciassettenne osservando le mura “non noti niente di strano?” “No” rispose il cantore “solo che sono bianchissime” “Già, e non senti come sono fredde?” insistè il mago “strano per essere l’una di un giorno d’estate, per di più in riva el mare no? Queste mura sono magiche.” “non ci posso credere!” Brom era estasiato, non era venuto in contatto con degli oggetti magici pochissime volte, e quelli che aveva visto erano di scarsa potenza mentre bastava appoggiare i palmi sulle bianche mura per percepirne l’aura.
Lasciatisi alle spalle le mura, i due si erano avviati verso il porto con l’intenzione di prenotare il viaggio su una nave diretta sul continente orientale.
Purtroppo non c’erano navi da trasporto passeggeri degne di essere chiamati tali ma solo navi da turismo che naturalmente erano lente e male armate.
“He brom, mi sa che dobbiamo rassegnarci e prendere una di quelle barchette” disse Majere con un sospiro salendo sul ponte della prima nave “allora vieni?” gridò al suo compagno che per natura (doveva avere del sangue nanesco nelle vene) era riluttante a salire su ogni imbarcazione.
La nave era piccola ed affusolata il suo nome era delicato.
I suoi due alberi non erano molto alti, la stiva però era molto ben sfruttata per avere la massima cpienza possibile.
Iscrittisi sottocoperta a un grasso marinaio, i due giovani cercarono di attacar bottone con qualcuno.
Solo dopo tre giorni viaggio incontrarono uno strano tipo, un certo Sir Vik, era Vassallo di bluedragon e salutava in uno strano modo tipo “oluz”.Egli disse ai due viaggiatori che si era imbarcato su quella nave perché si sentiva parlare di un kraken da quelle parti e a lui sarebbe piaciuto poterlo uccidere.
Neanche a farlo apposta quella notte Majere e Brom furono svegliati da urla di allarme.
“KRAKEN!”, “ATTENTI!” erano le urla che si sentivano echeggare sul ponte del delicato, nome che, per una nave in battaglia con un kraken, portava tutto fuorché bene.
Il mostro era alto come l’albero maestro della nave, ma ciò che si vedeva di lui era solo la punta dell’iceberg, era lungo più della nave che era quasi spaccata in due.
Si diceva che i kraken riuscissero occasionalmente a uccidere anche i draghi.
E ciò non era per niente incoraggiante.
“MAJERE, DOVE SEI,” gridava Sir Vik da prua “AIUTAMI, SEI L’UNICO COMBATTENTE OLTRE A ME SULLA NAVE!” gridò ancora, mentre Majere arrancava verso il mostro.
Che incantesimo poteva usare? Non si sentiva pronto per affrontare una sfida così grossa: il massimo che aveva mai fatto era uccidere un troll, mentre lui non se ne era ancora accorto (i troll sono tutti miopi, astigmatici, presbiti, dislessici,…) comunque ora non aveva scelta però anche Brom aveva bisogno di aiuto…
No, si risolse il mago, Brom era al sicuro nelle cabine, ora lui doveva uccidere il kraken.
Allora, ragionò il lanciatore di incantesimi c’è una tempesta, e il kraken è una creatura dell’acqua, perciò niente palla di fuoco ne congelamento. Non posso addormentarlo perché è troppo grosso, non lo posso paralizzare per lo stesso motivo. Però le saette vanno d’accordo con la tempesta! Esultò interiormente, lanciando delle saette, che sarebbero state aumentate dall’acqua, avrebbe potuto danneggiare gravemente il kraken.
Ma Majere non fece in tempo a fare niente, quando vide Brom innalzarsi stretto nella letale morsa del kraken.
Gia molti erano morti ma a Majere gli altri non interessavano: quando il kraken sollevò Brom, con forza inaudita Majere pronunciò parole che non conosceva, convergendo la sua energia vitale in un’unica banda luminosa che spedì addosso al gigante marino; il tempo parve rallentare…Vik vide ciò che aveva fatto il mago ma era troppo tardi: l’incantesimo gli avrebbe prosciugato le energie, uccidendolo.
Il mago capì che sarebbe morto appena l’incantesimo fu lanciato, ma non potava più ritirarlo: per Majere si fece buio…tutto era nero..come la MORTE!……
“Si sta riprendendo” disse una voce velata di emozione. “Che è successo?” chiese il mago con voce impastata, si sentiva più stanco che mai. “Hai fatto un incantesimo al disopra delle tue possibilità” spiegò una voce pacata che il 17enne riconobbe come quella di Sir Vik. “Brom?” chiese con voce esitante. Vik scosse il capo con mestezza.
Finalmente il mago aprì del tutto gli occhi, si trovava in un ambiente lussuoso ma sobrio, l’arredamento era composto da uno stipo di legno, da un letto a una piazza e mezzo (quello su cui stava Majere), una piccola scrivania vicino ad una finestra.Che non dava sul mare.
“Dove siamo?” chiese il giovane. “nella stanza degli ospiti di Vik, a Katai” disse la stessa voce di prima, era una voce femminile e sembrava molto preoccupata.
“A Katai?? Ma quanto tempo sono stato k.o.?” “sette giorni, durante i quali un drago dorato, Ainer, e Ticla, questa ragazza accanto a me, ti hanno portato in volo fino a qui. La nave è affondata.”
Majere si sporse per vedere chi era Ticla. Una ragazza niente male, non c’è che dire.
“Ainer???, il drago d’oro???” “proprio io” disse un'altra voce molto più cavernosa seppur amichevole.
Majere sporgendosi ancora di più riuscì a vedere un’ombra sfavillante nell’angolo. Naturalmente non poteva essere un drago, date le sue dimensioni, avrebbe faticato persino a viaggiare dentro le vie, seppur grandi, di Katai.
“Posso trasformarmi in un uomo se lo desidero” spiegò l’ombra, come se gli avesse letto nel pensiero.
Majere si provò ad alzare.
E si rivelò una mossa alquanto stupida.
Lo capirono tutti vedendo ricadere pesantemente il mago sul letto.
“Hai bisogno di riposo, ecco bevi questo” disse Sir Vik porgendogli una boccetta verde contenente un liquido dello stesso colore e dal sapore acre.
“Grazzzzz…”
Quando Majere si svegliò, era gia pomeriggio inoltrato. Non c’era modo i sapere quanto aveva dormito perché la stanza era vuota.
Con fatica il mago si alzò e si infilò la veste, ripiegata ordinatamente sul comò. Dopo una rapida ispezione a Majere la casa appariva così, disabitata.Naturalmente era di scarse dimensioni solo perché era la residenza estiva di Sir Vik, che abitava in una villa molto più grande.
Majere decise che per potersi orientare, non perché fosse grande la casa me perché era ancora un po’ intontito, c’era bisogno di una mappa, che creò subito mediante i suoi poteri magici.
Majere, esplorando la casa, si accorse di una stalla nella quale dormiva il drago, nella sua forma originale. Era lungo circa quindici metri, altro due e mezzo e completamente d’oro. Majere però sapeva che non era oro quello che aveva sulla corazza, perché sarebbe stato troppo morbido e insicuro.
Proprio mentre il mago accennava ad andarsene però il drago si svegliò, si stirò e rischiò di buttar giù tutta la stalla.
“Salve signor drago, mi spiace avervi svegliato” si scuso Majere un po’ imbarazzato.
“Non ti preoccupare mago” disse con semplicità la creatura “mi sarei svegliato fra poco. Ti sei rimesso vedo.” continuò “ora però usciamo da qui che sto per distruggere tutto”
La discussione che seguì portò il mago a chiedersi quanto fosse bello volare e alla fine il drago, percependo i suoi desideri lo fece salire in groppa.
Il volo fu la cosa più bella di tutta la vita di Majere compresa la prima volta che era riuscito a dominare la magia.
Il battito ritmico delle ali conciliava il sonno ma il mago era troppo emozionato per cedere al bisogno di dormire.
A quella distanza i paesi erano come formicai in attività, sorvolarono in poco tempo Katai, del quale Majere poté apprezzare la grandezza, niwa, il cui fumo delle fucine arrivava anche all’altezza del drago, ed altri innumerevoli piccoli paesi.
Alla fine del volo era notte fonda, Majere si stupì perché Vik non era ancora tornato ma entrando in casa scoprì che Ticla era già lì.
Lei spiegò a Majere che anche se non viveva lì, dato che era un sua amica di lunga data, aveva aiutato Vik a prendersi cura di lui.Infatti se il drago lo aveva salvato, un motivo c’era di sicuro e quel mago doveva vivere.
Durante la cena, come per magia, le sedie dei due si avvicinarono lentamente. Il tono di voce si fece più basso mentre ognuno raccontava all’altro la sua vita.
All’ora di andare a letto, Ticla non tornò a casa sua.
Quando Sir Vik tornò, all’alba, dopo avere salutato i suoi due ospiti in camicia da notte si trattenne dal chiedere perché oltre che ai vestiti di Majere, trovò nel letto degli ospiti anche quelli di Ticla. Intimo compreso.
Da quel giorno la vita di Majere era cambiata radicalmente, si trattenne per oltre un anno da Sir Vik ma dopo si congedò sostenendo che non voleva più sfruttare la sua ospitalità di Vassallo.
L’unico rimpianto di Majere quando lasciò Katai sulla groppa del drago Ainer fu Ticla. Aveva promesso che sarebbe tornato a prenderla appena terminato l’addestramento, ma qualsiasi tempo senza lei era troppo lungo. Majere ricordava la notte passata insieme a lei nella casa di Vik, la sensazione di contrazione alla bocca dello stomaco quando la vedeva, il suo sorriso bellissimo.
“Ti manca è?” chiese il drago da sotto. Oramai Majere aveva capito che il drago percepiva se non leggeva i pensieri degli uomini, ma non interferiva nelle loro faccende a meno che essi non lo chiedessero esplicitamente.
“Sì” Majere non avrebbe mai mentito ad un drago. Litigare con uno di loro poteva essere molto, ma molto doloroso.
“E’ una bella donna, lo so anch’io che non sono umano” concluse il drago.
Il viaggio lo portò a sud, al tempio del fuoco. Al mago ci volle poco di un mese per scoprire i segreti del labirinto e uscirne.
Ci volle altrettanto poco tempo per tutti gli altri labirinti e dopo appena una stagione passata dal drago ad insegnare tutti i suoi incantesimi ad un allievo bramoso di potere come un’ape lo è di miele, l’arcimago, perché oramai Majere poteva vantare un titolo tale, si ritrovo a cercare sottoterra la magica Elemental Master e ad esibirla ad Ainer.
La vita di Majere continuò cos’, fra allenamenti e ricerche di oggetti magici per cinque lunghissimi anni.
L’allenamento di Majere terminò,come tutti gli altri, nel momento in cui Majere riuscì a battere, amichevolmente, Ainer in duello.
A questo punto l’Arcimago Domadraghi era pronto per tornare nel mondo.
Quando rivide Ticla, a Majere quasi scoppiò il cuore dalla gioia, anche dopo così tanto tempo si ricordavano perfettamente l’un l’altro. Si abbracciarono e presero a parlare sommessamente senza mai staccare gli occhi l’uno dall’altra.
Quella fu un’altra notte bellissima per tutti e due.
Passò altri sei mesi in compagnia di Ticla, ma Majere doveva ripartire, l’impero di bluedragon era devastato dal kraken, oramai era impossibile viaggiare da un continente all’altro via nave, crelia e phef erano in crisi.
Ticla però fu irremovibile: voleva venire anche lei.
Partirono il giorno dopo a cavallo di Ainer, cercando vanamente di pagare l’ospitalità di Vik che rispose solo “l’ho fatto in nome della Luce”.
A cavallo di Ainer, volarono fino a Bluedragon, dove Majere alloggiò sé e Ticla in una casa in affitto.
Majere si recò quindi a palazzo, dove si presentò ai sommi spiegandogli la sua intenzione di uccidere il kraken.
Dopo un lungo allenamento, Majere giunse al titolo di Aspirante Vassallo, ed allora si avviò contro il kraken, che nel frattempo aveva fatto danni per circa 100.000.000.000 di kion.
“Ainer hai idea di dove si trovi il kraken?” chiese il primo Arcimago Domadraghi che poteva vantare questo titolo a ventiquattro anni.
“Naturale, quello è il più terribile dei kraken, Krailenz. Il suo covo è alla foce del fiume che passa vicino a griferia.”
“Vola veloce amico mio, potrebbe essere l’ultima volta che ci vediamo”
Arrivati alla tana Ainer si congedò: non poteva combattere sott’acqua.
“Che la Luce ti Assista, Majere amico dei Draghi. Questa è la mia benedizione, accettala se la vuoi. Io non posso fare più nulla per te, ma ti aspetterò qui. Addio.”disse Ainer inchinandosi
Majere era troppo commosso per dire qualunque: cosa solo due persone oltre a lui avevano ricevuto un inchino da un drago; il sommo bluedragon naturalmente, e Haijaidilaraim, il primo re degli elfi e lo scopritore della magia.
Dopo aver formulato l’incantesimo del respiro sott’acqua, Majere iniziò a scendere nell’antro di Krailenz.
Il mostro dormiva, ma non per questo sarebbe stato facile distruggerlo.
Compiendo lo stesso ragionamento di otto anni prima lo attaccò prima di tutto con le saette più potenti che riusciva a evocare.
“Non sarà una bella maniera di svegliarsi, ma è l’unico modo di attirare la sua attenzione” sogghignò Majere.
“PER LA LUCE!!!” gridò mentre scagliava l’incantesimo.
La battaglia durò pochi minuti, ma si svolse tutto così lentamente che sembrò durare anni.
Dalle dita del mago partivano incantesimi a ripetizione, tutti basati sull’elettricità, ma quando il kraken fu abbastanza sveglio cominciò a tempestare il corpo di Majere di incantesimi minori e colpi durissimi.
Continuò così per un tempo interminabile, durante il quale solo il ricordo di Brom tenne in vita il mago sofferente. Sembrò incredibile anche allo stesso Domadraghi ma alla fine vide il corpo del mostro afflosciarsi.
Quando Majere riemerse, l’acqua stessa era densa e rossa del sangue suo e del mostro e lui svenne appena sulla spiaggia.
Non aveva perso del tutto conoscenza, perché tempo dopo si ricordò del viaggio in sella ad Ainer, la folla di katai che gli si radunava intorno, acclamandolo, ma non erano solo orientali, Majere ebbe l’impressione che tutto il mondo si fosse radunato a katai. Però, non era katai, era più grosso, la maggior parte delle case portavano il simbolo dei Vassalli…poi si erano avvicinati a lui due uomini, con delle spade immense, avevano detto qualcosa e poi il buio.
“SVEGLIA MAJERE, MAGO DORMIGLIONE!” gridò Brom,
che bel sogno…pensò l’arcimago.
“SVEGLIATI!!!!!” non era una sogno! “cosa succede?!” Majere si alzò di botto dal letto e davanti a sé trovò una piccola folla di persone in dignitoso silenzio.
C’erano Brom, Ticla, Ainer in forma d’uomo, i Sommi Palank e
Ostri, il re di Direnia, l’imperatore di Katai e un uomo sconosciuto a Majere
“Sono in paradiso?” chiese esterrefatto Majere suscitando le risate dei presenti.
“No, ma ci sei vicino, sei a bluedragon!” disse il più alto dei Sommi.
“Ma Brom?” “quando sono stato scaraventato giù dalla nave, mi hanno raccolto gli elfi del mare, ma è una storia troppo lunga e ora l’eroe sei tu”
“Si,” disse l’altro dei Sommi “ci hai reso un grande servizio uccidendo quella creatura”
poi si fece avanti l’uomo sconosciuto, certamente un mago e disse: “Majere, io sono Markox, Gran Maestro della gilda dei maghi. Se vuoi puoi farne parte”
Majere accettò senza indugi, ma dopo chiese di potersi congedare con Ticla.
Passarono tutto il pomeriggio insieme, fino ad arrivare alla capanna.
Stavano per mettersi a letto, quando i corni squillarono, tutti corsero nelle strade.
“Brom, dove sei?” gridò Majere, sull’orizzonte si delineavano almeno cento troll e altrettanti orchi.
“Majere, vieni qui, ci sono anche Brom e i sommi!” strepitò la voce di Markox.
Majere si affretto a raggiungerlo, era vicino ai Sommi, che erano attorniati da tutti i più influenti Vassalli e organizzavano la resistenza.
“Sir Iwao, attaccate coi ninja sul fronte destro degli orchi, Sir BrghBlade, prendete i vostri paladini e attaccate i troll, Sir Green Knight attaccate con i vostri incantesimi” erano gli ordini che impartivano i sommi.
Finalmente si accorsero di Majere “Oh, Majere, per fortuna sei qui, il cantastorie ci ha raccontato delle vostre imprese, dovete attaccare e fare più vittime possibili sul campo di battaglia.
Ricordate Vassalli: quando l’oscurità vi opprimerà scorgerete accanto a voi dei puntini luminosi, quelli saranno gli altri Vassalli che, voltandosi, vedranno altri puntini luminosi” continuò il sommo Palank rivolto ai Vassalli, procedendo poi con il giuramento sui valori del regno.
Poi una casa prese fuoco e la battaglia ebbe inizio.
Quando Majere su Ainer e Brom dietro di lui entrarono in azione i nemici furono sgomenti, essi s’impegnavano come veri vassalli, e mietevano nemici come una falce miete il grano.
Si esibirono nella moltiplicazione delle frecce infuocate, nell’addormentare i nemici per poi finirli, ma essi parevano non finire mai.
Tutti i vassalli e gli aspiranti combattevano strenuamente, ma non erano preparati alla guerra e inferiori di numero.
La battaglia volgeva al peggio, la città bruciava.Oramai la resistenza era solo all’interno del palazzo.
Poi accadde il miracolo: tutto il cielo si oscurò, in uno sfavillio d’oro e d’argento. Erano arrivati i draghi!
In pochi minuti i draghi rovesciarono le sorti dello scontro e gli orchi furono ricacciati oltre le mura.
Grazie a questo incentivo i bluedragoniani ripreseselo a lottare con ancora più vigore, sgominando gli avversari.
Alle prime luci dell’alba, glia arcieri stavano finendo, dall’alto delle mura, gli ultimi nemici in fuga.
La battaglia era durata tutta la notte e i soldati erano sfiniti.
I danni erano però ingenti, molte case erano state bruciate e il palazzo gravemente danneggiato.
Per fortuna gli abitanti scampati al massacro avevano già cominciato a ricostruire il Paese.
Fu festa grande quando si seppe che i mostri erano tutte le truppe che avevano prosperato sotto Krailenz, e quindi le terre di bluedragon, katai e direnia erano ora al sicuro.
Majere si accasò con Ticla.Da lei ebbe due gemelli; Krool, che divenne un mago, Daren che divenne un abile spadaccino e una figlia, Clina, che invece divenne esperta ballerina e cantante.
Ognuno di essi entrò a far parte della Gilda adatta, dopo essere divenuti Aspiranti Vassalli.
Majere continuò i suoi studi nella Torre del Sommo Potere, contribuì e contribuisce tuttora allo splendore del Regno e della sua Gilda.
Majere