Warhammer
Campagne per
L'Esercito del Regno di Blue Dragon
Qui
sono narrate tutte le grandi vicende, le battaglie, gli eventi che coinvolsero
Blue Dragon e i suoi leggendari Vassalli. Essi, con grandi gesta riuscirono a
confinare il nemico nel suo territorio e a difendere il proprio Regno da ogni
sorta di creatura immonda.
Solamente
uomini eroici come i Vassalli avrebbero potuto fermare tante orde di Goblin, di
Orchi, di Non-Morti, di Skaven e soprattutto della malvagia Desolazione del
Caos.
E
quando leggerete queste pagine, vi renderete conto di ciò che vuol dire essere
Vassallo; non vuol dire solamente essere dei grandi combattenti, dei grandi
cavalieri, dei grandi paladini o dei grandi maghi. Soprattutto vuol dire essere
grandi uomini.
Tutto
ciò
grazie al nostro Re, il Sommo Re, il nostro grande Blue Dragon, che
innumerevoli volte ha difeso il Regno e i suoi Vassalli dal nemico; ora però,
tocca ai Vassalli difendere Blue Dragon e il suo Regno.
INDICE
I°
Campagna.............…2
VII° Campagna…………..9
II°
Campagna............….4
VIII° Campagna…………..11
III°
Campagna...........….4
IX° Campagna…………..13
IV°
Campagna............…6
X° Campagna.…….……..15
V° Campagna............…7
XI° Campagna……………16
VI° Campagna..............8
XII° Campagna……………23
I°
Campagna: il Caos attacca il Regno.
L'ennesimo
compagno cadde sotto gli abominevoli arti dei mostri. Tuk calò la sua spada,
ancora, e ancora e ancora. Ma per ogni abominio che uccideva, altri due si
gettavano nella mischia. Alla fine rimasero in cinque, lui e quattro Guardiani
delle Mura. I mostri attaccarono. Uno cercò di colpire Tuk con un coltello
avvelenato, ma il Vassallo schivò l'attacco e divise in due il demone con un
fendente dall'alto in basso. A fianco a lui Lethas ne uccise un altro prima che
due orrende bestie lo facessero a pezzi. Tuk si lanciò verso gli altri due
Guardiani, solo per vederli trucidati dalla marea di abomini. Era rimasto solo.
I mostri si voltarono simultaneamente verso di lui.
Il Vassallo sussurrò un'ultima preghiera al Sommo e si lanciò nella mischia.
Ne abbatté uno, due, tre. I mostri lo stringevano da ogni lato. Sentì la lama
di uno di questi penetrargli nella gamba, e un dolore lancinante attraversargli
il corpo. Si voltò e decapitò il demone con furia disumana. Poi si voltò e
caricò a testa bassa i demoni, dal lato in cui erano di meno. Riuscì a
sfondare l'accerchiamento. Stava per gettarsi di nuovo nella mischia quando un
corno eccheggiò. In cima al passo apparve un cavaliere. Il destriero che
montava era più nero della notte, la spada fiammeggiava, emanando un'aura
talmente malvagia da gelargli il sangue nelle vene. Dall'elmo cornuto si
intravvedevano due occhi rossi, profondi, decisi, spietati. Dietro al cavaliere,
comparve un'immensa armata di demoni e guerrieri del Caos. Essi cominciarono a
sciamare nel passo. Erano insieme le armate dei quattro dei, le varie truppe
marciavano insieme. Tuk fissò lo sguardo sul cavaliere, e improvvisamente la
verità squarciò le tenebre dei suoi pensieri. Archaon era giunto per
distruggerli. Doveva immediatamente avvertire i Sommi.
Rinunciando ad ogni proposito di vendetta, Tuk si lanciò di corsa verso il
Regno.
Dall'alto del passo, Archaon lo guardò cupo mentre correva, seguendolo fino a
quando non scomparve all'orizzonte.
I
Guardiani avvistarono Tuk quando ancora era a parecchie miglia dal castello, e
una pattuglia di Cavalieri del Regno andò a soccorrerlo. Lo trovarono pieno di
ferite, sanguinante ed esausto per il lungo cammino. "Devo parlare con il
Sommo... immediat... immediatamente ne va della... salvezza del Regno...".
Le parole del Vassallo erano sussurrate, e sovente interrotte da spasmi di
tosse. I Cavalieri lo condussero fino alle porte del Castello: il Sommo Palank
era già lì per incontrarlo. "Sommo... Archaon... viene con un esercito...
siamo stati sconfitti... il Passo è loro..." "Non ti preoccupare, Tuk.
Siamo pronti a riceverli. Il Regno ti sarà sempre grato per ciò che hai
fatto... Guardie, conducetelo nei miei alloggi. Chiamate il cerusico di corte,
voglio che sia trattato come se fossi io!". "SARA' FATTO, NOSTRO
SIRE!". Il drappello di Cavalieri partì al galoppo verso il Castello vero
e proprio, mentre il Sommo Palank rimase a scrutare l'orizzonte.
Quel giorno, fu convocato il Gran Consiglio.
I Sommi erano presenti, la loro espressione non presagiva niente di buono.
"Vassalli, siamo in grave pericolo. Oggi stesso Tuk è tornato dalla
missione. E' l'unico superstite. Ma non è tutto. Egli ha visto Archaon
comandare le orde nemiche: il Campione degli dei oscuri è giunto per
affrontarci.
Sappiamo che dispone di un'orda molto più numerosa della nostra, ma questo non
è necessariamente un vantaggio. Ha sicuramente problemi logistici, ma
soprattutto buona parte del suo esercito è costituita da mortali (quei miseri
non sono degni di essere chiamati umani), e i mortali devono mangiare. Questo è
dunque il mio piano. Uno di voi guiderà una piccola forza attraverso i monti, e
assalirà la retroguardia nemica, al fine di portare scompiglio nelle loro fila
e di tagliare le loro vie di approvvigionamento. L'attacco deve essere portato
con la massima rapidità, prima che i loro demoni possano giungere in aiuto
delle truppe. NightLord, sei il più esperto in queste cose, pensavamo di
inviare te." "Sempre al Vostro servizio, Sire. Calerò su di loro, e
si accorgeranno di me solo quando il mio pugnale li punirà per i loro
peccati". "Benissimo NightLord, ti affidiamo il comando del manipolo.
Prendi il numero di uomini che ti servono, ma ricordati che molti ne serviranno
qui al castello" "Non chiedo che duecento guerrieri bene armati,
Sommo" "Ti saranno concessi. Mentre condurrai la tua missione,
invieremo un'altra armata a nord-est. Essa dovrà accamparsi a venti miglia da
qui, e attendere. Se Archaon porrà l'assedio alle mura, tale armata calerà sul
suo fianco. BrightBlade, sei uno dei più giovani. Il Sommo ritiene che sia
l'occasione giusta per dimostrare il tuo valore. Vuoi accettare questo
compito?" "Sarà un onore, Sommo" "Benissimo. Prendi
duecento Cavalieri e ottocento fanti e raggiungi la posizione" "Sommo,
se posso permettermi, scambierei volentieri i duecento Cavalieri con ottanta
Paladini. Quando dovrò calare sul nemico, dovrò avere il massimo impatto"
"Ben detto, BrightBlade. Avrai i Paladini che chiedi" "Bene,
andiamo a prepararci" dissero all'unisono NightLord e BrightBlade. Si
inchinarono ai Sommi ed uscirono. I Sommi si volsero verso gli altri Vassalli.
"Vassalli, sappiamo quanto desiderio abbiate voi di servirci, e quanto
avreste desiderato partire anche voi. Ma la vostra presenza qui al castello è
determinante per il morale delle truppe. Sarete proprio voi ad assorbire
l'attacco maggiore di Archaon, per questo vi ho fatti rimanere qui al
Castello" "Sommo, al contrario: noi tutti desideriamo condividere la
vostra sorte, e combatteremo al vostro fianco: quale onore è più
grande?". "Inoltre - aggiunse Sir Cyber - NightLord è un guerriero
espertissimo, noi tutti riponiamo piena fiducia in lui. BrightBlade ha già
dimostrato la sua fedeltà al Regno, morirà pur di obbedire a un vostro
comando" "Non dubitavo che avreste pronunciato queste parole"
disse il Sommo. "Bene, il Gran Consiglio si aggiorna".
II° Campagna:
razionamento del cibo.
Le
due piccole armate erano schierate di fronte al Castello. NightLord e
BrightBlade erano inginocchiati, il Sommo impartiva loro la benedizione in quel
momento.
Il Sommo parlò, con voce solenne. "E ricordate, miei Vassalli. Quando
sarete nelle tenebre, volgete lo sguardo attorno a voi. Allora vedrete tanti
punti luminosi nelle tenebre. Essi sono i vostri Fratelli, che come voi
combattono il male. Ed anche loro vedranno voi. Che la loro piccola luce vi dia
forza! Che la luce risplenda su di voi!"
"E che splenda in eterno sul Regno!" risposero i due Vassalli. Qualche
minuto dopo, le due colonne di soldati sparivano dietro le colline.
(………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….)NightLord
passò a fil di katana l'ultimo abominevole servitore del Caos. L'attacco era
stato perfetto. I suoi guerrieri erano piombati sul nemico come ombre, la strage
era stata grande. Nemmeno uno dei vili servi del Caos era fuggito... "Bene
uomini. Adesso nascondiamoci nelle foreste. Tra poco i nemici torneranno, e non
vorrei essere qui quando ciò avverrà...". Con un fruscio, i fidi soldati
del Regno scomparvero nelle selve. Qualche ora dopo, Archaon supervisionava i
resti della battaglia, e per la prima volta riconobbe l'astuzia del nemico.
Senza cibo l'unica alternativa che gli rimaneva era attaccare il castello prima
che all'esercito venisse fame...
Nafai e Rastavoodo scrutarono la pianura. Erano di ritorno da una missione,
assieme al grande esercito che il Sommo aveva dato loro per aiutare l'Impero
contro un'armata di scheletri. Ed ora, di ritorno, con il morale alle stelle,
incappavano in quella grande orda che muoveva verso il Regno. Nafai sapeva che
la battaglia sarebbe stata ardua (il nemico era tre volte più numeroso), ma
sapeva anche che non poteva trattenere i suoi uomini. Ordinò quindi
all'esercito di spiegarsi per la battaglia. I corni degli orchi fecero capire
che anche il Kapoguerra stava facendo la stessa cosa. I vessilli con il drago
blu furono spiegati, e Nafai si preparò a combattere ancora. Rastavoodoo fissò
con un sorriso i pelle verde.
III°
Campagna: gli Skaven vengono massacrati.
"...dopo che
il Sommo ebbe benedetto Nightlord e Brightblade, si precipitò nel Castello e
dopo aver detto due parole al musico di corte, esso suonò il corno per ben tre
volte. Era il segnale della convocazione del Gran Consiglio.
In pochi minuti tutti i Vassalli partecipanti si fiondarono all'interno del
Castello, e furono tutti davanti al Sommo.
"Due prodi Vassalli sono partiti, siamo convinti che ce la faranno. Non ci
resta che sperare e pregare la Luce. Ma purtroppo i problemi non sono finiti. Ai
confini del Regno, una banda di Skaven sta seminando il terrore e le malattie
nei villaggi. Dobbiamo stroncarla al più presto." disse il Sommo.
Il silenzio cadde nella grande stanza.
"Coloro che andranno a sterminare gli Skaven saranno Jim e Vik".
"Saremo onorati di servirVi, o Sommo!" risposero all'unisono i due.
"Molto bene...sappiamo che avete grandi capacità combattive e
nell'intraprendere lunghi viaggi. Bene questo sarà un lungo viaggio. Ditemi
quello che volete per intraprendere il viaggio e la battaglia."
Jim disse: "Dateci un buon manipolo di Cavalieri ben equipaggiati e quei
topi puzzolenti saranno sterminati e smetteranno di infestare con i loro sudici
corpi le nostre vergini terre!".
"Molto bene, ciò vi sarà dato. Voi, altri Vassalli, verrà anche per voi
il giorno in cui vi dovrete far valere, conosciamo la vostra ansia, non vi
preoccupate, il Sommo è con voi. Il Gran Consiglio si aggiorna."
I Vassalli uscirono dal Castello.
Pochi minuti dopo un centinaio di Cavalieri stava di fronte all'enorme portale
del Castello, alle spalle di Jim e Vik. Il Sommo gli era davanti.
I Cavalieri vennero benedetti e partirono poco dopo. I muscoli dei cavalli si
tesero, il pelo fulvo svolazzava al vento, i nervi dei Cavalieri e degli erranti
erano tesi.
Il manipolo di Cavalieri guidati da Jim e Vik, scomparvero all'orizzonte."
(………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….)I
due erranti, seguiti dal manipolo di Cavalieri, galoppavano a gran velocità.
All'orizzonte s'incominciò ad intravedere del fumo nero risalire verso l'alto.
Erano i villaggi in fiamme. Jim e Vik si guardarono e spronarono i loro cavalli
ad ancor maggior velocità. Gli Skaven in poco tempo si accorsero che il loro
nemico si stava avvicinando e la loro fine sarebbe presto giunta. Si voltarono
verso le truppe del Regno e aspettavano la carica dei Cavalieri.
Intanto i Cavalieri erano spronati dal loro desiderio di uccidere quelle
creature immonde, così come i due erranti, anche se gli Skaven erano moltissimi
di più.
I Cavalieri si gettarono sulla truppa più numerosa, mentre Jim e Vik andarono a
contatto con la truppa comandata dal Generale, il Signore della Guerra.
I Cavalieri sterminarono subito il primo rango della truppa, le lame entravano
facilmente nei corpi schifosi dei topi di fogna. La truppa impaurita fuggì; i
Cavalieri l'inseguirono e di quella truppa non rimase più niente; ogni Skaven
fu massacrato.
Jim e Vik avevano vita meno facile, loro erano in due mentre un'intera truppa
era davanti a loro. Decisero di attaccare il Generale. Questo resistette agli
attacchi degli erranti ma oramai era morente e decise di darsela a gambe.
Il resto della truppa continuò a combattere, ma presto la prima linea venne
spazzata via. Anch'essi fuggirono, ritirandosi dal Regno una volta per tutte. I
due erranti quindi si lanciarono sull'ultimo essere degli Skaven rimasto sul
campo di battaglia, un Rattogre. Era una creatura ripugnante.
Jim urlò: "Lascialo a me!" convintò dei suoi mezzi.
Vik replicò: "Tutto tuo!!!" e tornò nella truppa dei Cavalieri che
stava ad ammirare la maestosa carica di Jim.
La spada del corvo di Jim entrò senza problemi nel corpo del Rattogre che
replicò, Jim schivò senza problemi. Jim non riuscì a colpire il ratto mentre
esso lo colpì. Fortunatamente la sua armatura l'aveva salvato. Più irato che
mai si scagliò contro la bestia che si piegò infine all'onore del cavaliere.
Si alzò un grido di vittoria dalla truppa e Vik corse ad abbracciare il
fratello. Un'altra vittoria per il Regno.
Stasera ci sarebbe stata festa.
IV°
Campagna: la disfatta di BrightBlade.
BrightBlade
aveva appena schierato l’esercito quando i non-morti cominciarono ad
attaccare. Alcuni Scudieri avevano incautamente risvegliato un Vampiro, ed ora i
morti camminavano verso le armate del Regno. L’intera cavalleria e i Paladini
erano in ricognizione, e BrightBlade si augurava ritornassero in tempo.
La battaglia fu rapidissima.
Prima li attaccarono dei mostri somiglianti a pipistrelli giganti. Poi orde su
orde di scheletri. Per quanto il Paladino si sforzasse di raggiungere il Lord
Vampiro, egli evocava muri di zombie tra sé e l’Atlantide, mentre si
divertiva ad infierire sulle truppe. L’intera unità di Paladini a piedi fu
spazzata via dalla sua spada, dopo che aveva valorosamente caricato i ranghi di
zombie. Gli scudieri armati di picche furono risucchiati dalle nebbie del tempo
sotto il potere del potentissimo Vampiro, così come gli scudieri arcieri. I
Guardman scoprirono che i loro fidi mazzafrusti non potevano nulla contro le
ombre che conducevano il carro del lord vampiro. In pochi minuti, solo i
Guardman e il Paladino resistevano. BrightBlade fu sommerso dai nemici. In
cinquanta lo circondarono, in cinquanta cercarono di bere il suo sangue. Ma la
Lama di Atlantide non perdonò nessuno, e il Paladino resistette. Il Lord
Vampiro evocò nuovi zombie e scheletri e li scagliò contro il Paladino. Una
turma di nemici avvolgeva l’Atlantide, le loro lame rimbalzavano innocue
contro la corazza dell’isola perduta e venivano frantumate dalla Spada. Eppure
essi non desistevano, ma rinnovavano l’assalto. Infine BrightBlade fu sul
punto di soccombere. Ma proprio in quel momento i Paladini a cavallo e tutta la
cavalleria giunsero. Essi riuscirono a raggiungere il Paladino. L’unica cosa
che BrightBlade ricordò furono le forti braccia di un Paladino che lo issavano
in sella, mentre la cavalleria, recuperati i Guardman superstiti, si ritirava.
L’intera armata del Regno era stata spazzata via dai non-morti. Ogni via per
comunicare al Sommo la disfatta era bloccata dai morti che camminano. I
cavalieri istituirono un rifugio in alcune caverne che trovarono qualche miglia
vicino al luogo della battaglia, dopo aver eliminato la Chimera che vi abitava.
Poterono guardare impotenti le schiere del Regno risorgere e invocare il nome
del loro nuovo signore: Nagash.
Proprio in quel momento, venti miglia più a sud, il Sommo Ostri non percepiva
più l’aura del Paladino di Atlantide, e si chiedeva quale nemico poteva aver
sconfitto l’orgoglio e la spada di BrightBlade. Lentamente, la morsa del Male
si stringeva sul Regno, ed i Vassalli si preparavano alla battaglia.
V°
Campagna: la vittoria di Green Knight.
Green
Knight scrutava l’orizzonte in sella al suo cavallo. L’ora della battaglia
era vicina. Dietro di lui, Centauri, Guardiani e molti Arcieri. L’esercito che
gli aveva dato a disposizione il Sommo era grande. Sicuramente avrebbe vinto con
un esercito così grande e con così tanti centauri che avrebbero travolto i
malvagi Uomini Lucertola.
Si
udì il suono di alcuni tamburi e successivamente un corno. Era il musico
lucertoliano. All’orizzonte apparve l’esercito nemico. Corse un brivido
lungo la schiena di Green Knight; l’esercito nemico era enorme e dietro stava
un Supremo Slann che dominava su una truppa di Saurus e una di Scinchi armati di
giavellotti.
Per
la prima volta, Green Knight ebbe paura.
E
rivolgendo un ultimo pensiero alla Dama del Lago ed al suo Re, partì, seguito
dalla Fanteria, e quindi dalla Cavalleria centauriana.
Gli
arcieri tirarono, e fecero accasciare il primo rango di scinchi.
Anche
questi tirarono i loro lunghi giavellotti sulla fanteria, ma questi vennero
parati dalle loro armature. Non si erano accorti però, che la punta dell’arma
era avvelenata e presto il veleno penetrò all’interno dell’armatura,
uccidendo una decina di guardiani delle mura.
Green
Knight continuò la cavalcata, diretto verso il Grande Slann che già era
intento a muovere le sue grandi mani per evocare qualche misterioso sortilegio.
Intanto
dietro la Fanteria avanzava marciando, finchè non si divise in due parti. In
mezzo passarono i centauri che a gran velocità superarono la truppa di
guardiani caricando i Saurus. Il contatto fu tremendo. Le picche dei Saurus
uccisero due Centauri, ma questi risposero duramente, segnando i corpi dei
Saurus con i loro tremendi zoccoli. La prima linea dei Saurus fu spazzata via.
La fanteria venne a contatto con i giavellottieri che furono in poco tempo
sterminati. Nonostante fossero in sovrannumero, maneggiare un
giavellotto in corpo a corpo non è facilissimo, fecero prima i guardiani
con le loro spade a trafiggere i corpi dei rettili. Anche gli arcieri tirarono
salve di frecce sulla truppa di giavellottieri.
Intanto
Green Knight cavalcava a gran velocità verso lo Slann che stava in fondo. Stava
roteando la spada sulla sua testa, come gli aveva insegnato il Cavaliere Verde.
Quindi lanciò un urlo che rinvigorì gli animi dei soldati del Regno. Subito
una cosa balzò all’occhio del cavaliere eremita. Lo Slann era retto su di un
palanchino da quattro Saurus. Green Knight tranciò letteralmente in due ogni
Saurus che reggeva il palanchino per poi andare contro lo stesso Slann che era
ancora seduto sul trono, con il palanchino poggiato a terra. Anche il suo
splendido cavallo diede qualche zoccolata al gran lucertolone, che impugnò il
bastone, non potendo più eseguire alcuna magia.
Intanto
continuava la battaglia con i Saurus. I Centauri cominciarono a perdere colpi,
essendo in minoranza, ma proprio in quel momento, quasi fosse stata una
bendizione arrivarono i rinforzi. Era la fanteria che aveva sconfitto i
giavellottieri che si diresse sul fianco della truppa di Saurus.
Inutile
dire che i Saurus ebbero vita breve, pur resistendo per lungo tempo.
Green
Knight si fermò e indietreggiò col suo cavallo. Quindi, grazie alla sua grande
conoscenza nelle lingue propose al Generale degli Uomini Lucertola una Sfida. Lo
Slann rise in modo grasso e accettò volentieri. I due cominciarono. Le truppe
reali stavano appena dietro al loro generale, pronti nel caso ci fosse bisogno
di aiuto. Green Knight cercò di colpire lo Slann con la sua Spada della
Liberazione, ma il mostro nonostante la sua grandezza mostrò una grande agilità,
schivando il colpo. Il bastone del Supremo si sollevò in aria per poi ricadere
su Green Knight che all’ultimo momento schivò il colpo.
La
fanteria fremeva l’intervento e l’aria era carica di tensione.
Quindi
Green Knight sollevò la sua spada con due mani e con un fendente tagliò in due
la pancia del lucertolone che rimase a terra ansimante. Esso cominciò a
rivolgere una preghiera al suo dio, ma prima che finisse, Green Knight gli tagliò
la testa con un colpo netto.
“Questa
è e sarà la pena per chi va contro il Regno di Blue Dragon. Sono stati tutti
avvertiti.”
La
fanteria esultò e tornò al castello con la cavalleria e gli arcieri.
Green
Knight, dopo aver riferito il tutto al Sommo, si diresse verso il bosco sacro
alla Dama, per ritirarsi nell’eremo.
I Berserker
caricarono alla prima occasione. Nafai li guardò calare sul nemico come un
maglio sul ferro arroventato. L’impatto fra i pelle verde e i barbari fu
tremendo. Per un attimo sembrò che i berserker potessero sfondare, poi l’orda
verde si richiuse su di loro, e il combattimento diventò una massa di fendenti,
affondi e grida in cui non si poteva distinguere chi fossero gli umani e chi gli
orchi. A quel punto Nafai si accorse che Rastavoodoo non era più al suo fianco.
Il Grande Barbaro si guardò attorno, e finalmente lo individuò mentre caricava
i pelle verde che erano già ingaggiati con i berserker al fianco. Aveva scelto
uno scontro molto pericoloso. Nafai vide con terrore che dietro i pelle verde
un’unità di Goblin cavalcalupi era pronta alla carica verso il suo
inseparabile compagno di viaggio! Senza perdere tempo, il Grande Barbaro cominciò
a correre, per raggiungere Rastavoodoo prima dei Goblin. Il suo compagno
evidentemente non si era reso conto della minaccia, e stava continuando ad
abbattere orchi come un tosaerba. I Goblin slanciarono i loro lupi. Nafai
accellerò la corsa. Un orco gli tagliò la strada, e il Grande Barbaro lo
decapitò “en passant” con il suo martello micidiale. I Goblin accellerarono.
Nafai gridò un avvertimento, ma Rastavoodoo non lo sentì. Altri tre orchi
tentarono di fermare il Vassallo. Uno scoprì che le sue budella erano molto
simili a quelle degli umani, l’altro venne colpito da un tale sinistro da
volare per 20 metri prima che il suo cranio diventasse una frittata contro le
pietre che costellavano il terreno. Il terzo preferì gettarsi a terra e
coprirsi la testa con le mani, molto più simile a uno struzzo che a un pelle
verde. I Goblin nel frattempo si erano pericolosamente avvicinati. Nafai correva
al massimo delle sue possibilità. Un’intera unità di orchi gli balzò
addosso. Quello scontro ricordava al Grande Barbaro un po’ troppo una partita
di rugby… con un colpo micidiale spedì il primo orco sulla luna, il colpo fu
talmente potente che altri due orchi rimasero decapitati dalla velocità del
martello, che infine andò ad arrestarsi nel cranio di un quarto pelleverde.
Nafai disincagliò l’arma e la fece roteare verso sinistra, mandando
all’altro mondo altri tre orchi prima che potessero rendersi conto di cosa
stava succedendo. Perfino tra gli orchi, il Vassallo appariva gigantesco e,
quando a mani nude spappolò la testa di un altro orco come fosse stata un uovo,
per i pelleverde fu troppo. I superstiti (per la verità non erano nemmeno un
terzo di quelli che erano balzati contro l’eroe) presero la saggia decisione
di darsela a gambe. Nafai si volse verso Rastavoodoo: ormai non avrebbe fatto in
tempo a raggiungerlo, tuttavia continuò a correre. Vide il suo compagno, già
ferito gravemente al petto, volgere la schiena ai Goblin che caricavano e ormai
alzavano le lance… ma Rastavoodoo calò il suo coltello e tagliò a metà
l’ennesimo nemico. I pelleverde, incalzati dai berserker e dall’eroe,
decisero di fuggire, e volsero le spalle. I Goblin, vedendo i loro più grossi
cugini volgersi e darsela a gambe, venire inseguiti da quella massa di
ferocissimi umani, raggiunti e massacrati, tirarono le redini a pochi metri da
Rastavoodoo, che non li aveva ancora nemmeno notati, e fuggirono. Ben presto,
almeno metà degli orchi era fuggita a gambe levate, e quei pochi coraggiosi che
rimasero si guardarono significativamente negli occhi…
Nafai raggiunse il suo compagno ansimando, e poggiandogli una mano sulla spalla.
Rastavoodoo si volse e disse: “Che c’è, Nafai?” “Niente, non
importa…” rispose il Grande Barbaro, ringraziando il destino che gli aveva
posto accanto un tale compagno…
Per la cronaca, gli orchi che prima si erano significativamente guardati,
concordarono che chi era fuggito era stato più furbo di loro, ed ebbero un bel
spiegare agli dei, quando, poco dopo, li incontrarono, del perché fossero
rimasti a combattere.
VII°
Campagna: amara sconfitta per il Regno.
L’arciere
era sul costone murario del Castello. Si udirono dei battiti di tamburi venire
da lontano. Apparve all’orizzonte una figura scura, avvolta nell’ombra.
Poco
dopo alle spalle apparvero enormi truppe comandate da creature immonde. Era la
Desolazione del Caos. Essi dopo aver sconfitto il prode Brightblade, avevano
ripiegato la loro marcia verso il Castello del Regno. Ed erano tanti. Forse
troppi.
L’arciere
dopo aver detto due parole al musico avvertì i suoi compagni lungo le mura; la
battaglia era vicina. Suonò il corno del musico, e in pochi secondi il Gran
Consiglio fu revocato. Bisognava fare in fretta. Kahlwyreth Kahrn si offrì
volontario per intervenire in battaglia, convinto di sé. I Sommi si guardarono
ed annuirono contemporaneamente. Il Gran Consiglio fu sciolto ed in pochi attimi
all’interno del cortile del Castello si erano riversate centinaia di Scudieri,
mentre i Guardiani delle Mura aspettavano sotto le stesse mura della roccaforte.
Kahl
si diresse con passo deciso verso il portale in legno che si aprì con un suo
rapido gesto. Quindi gli Scudieri si precipitarono fuori delle mura con il loro
comandante insieme ai Guardiani; aspettavano la tremenda carica del Caos. Gli
arcieri già avevano teso i loro archi. Intanto all’orizzonte erano apparse
due figure tremende, erano due Dragonogre. Sulle mura vennero posizionate due
Baliste. Le truppe reali attendevano un segno, un gesto del loro generale, o di
quello avversario; il Caos bramava la strage, era affamato di carne umana. Il
tempo si era fermato.
Il
condottiero del Caos alzò la spada e partì alla carica, seguito da truppe di
Paladini, Barbari e Guerrieri. Alle spalle apparvero quindi degli ammassi
scomposti di carne sanguinolenta; erano gli Abomini del Caos, il loro aspetto
era ripugnante. Erano preceduti dal Campione Consacrato al dio Khorne. I
Dragonogre si mossero insieme al Condottiero.
Gli
animi delle truppe del Regno, nei quali erano custoditi i Valori più
importanti, vacillarono.
Il
Caos si avvicinò a gran velocità verso il Castello; le Baliste riuscirono a
tirare ai Dragonogre che si piegarono feriti; ma non bastava, infatti in poco
tempo, le bestie del Caos furono davanti alle Baliste e le distrussero. I
serventi vennero massacrati. Gli Scudieri e i Guardiani rimasero fermi, mentre
Kahl nella sua mente, temeva il peggio.
I
Paladini erano velocissimi con i loro Destrieri e il Condottiero si avvicinò
ancora di più; si riuscivano a vedere i suoi occhi infuocati. Mentre i
Dragonogre caricarono le truppe, Kahl andò addosso al Condottiero: quella che
sembrava essere una battaglia uno contro uno si tramutò presto in uno scontro
tremendo: arrivarono i Paladini che, dando manforte al loro Condottiero,
caricarono anch’essi il generale del Regno, Kahl. Intanto gli Arcieri tiravano
con i loro archi contro le enormi truppe di Guerrieri e Barbari; morirono in
molti.
Le
truppe di Scudieri e di Guardiani resistettero alla tremenda carica dei
Dragonogre ma non per molto, infatti gli Scudieri dopo un combattimento
massacrante fuggirono, in preda al panico, e furono inseguiti dal Dragonogre,
che fece piazza pulita. I Guardiani invece assorbirono l’attacco con più
prontezza e non fuggirono, pur perdendo qualche uomo. Intanto Kahl stava
combattendo contro il Condottiero e i Paladini, nessuno di questi riusciva a
ferirlo, ma neanche lui, nella grande confusione riuscì a ferirne qualcuno. Il
suo potere di rigenerazione lo salvò molte volte. Infine fu caricato anche dai
perfidi Abomini e dal Campione Consacrato. Kahl cominciò a perdere colpi. Le
spade e le asce calavano su di lui incessantemente e solo un miracolo avrebbe
potuto salvarlo. E miracolo fu. Kahl resistette fino alla fine, uccidendo un
Abominio e ferendo il Campione Consacrato. Ma ormai era morente e decise di
tornare nel Castello. Facendosi largo tra le truppe del Caos riuscì infine a
tornare nel Castello. Anche i Guardiani decisero di rientrare e seguirono il
generale del Regno. Il Caos si fermò all’entrata della fortezza. Non era
riuscito a massacrare tutti, ma ora era sotto le mura, era in sovrannumero ed
era motivato.
Kahl
si diresse verso la Sala del Trono, ed incontrò
Ostri. Il Sommo
Paladino lo vide
zoppicare e sanguinare. Dopo aver lanciato una magia curativa, gli chiese cosa
fosse successo. Alla risposta, Ostri benedisse il Vassallo e andò ad avvertire
Palank e Gex, la situazione stava precipitando, e bisognava agire in fretta.
VIII°
Campagna: una triste vittoria.
I
due Generali si scrutavano. Archaon, dal dorso del suo terribile destriero, per
la prima volta assaporava il potere di un avversario forte quanto lui.
Dall’alto delle mura, il Sommo Gex in persona scrutava il nemico con cupa
determinazione, accarezzando distrattamente la testa di Cagliostro che vigilava
al suo fianco. D’un tratto, come se avesse finalmente deciso, Archaon abbassò
la sua lama e la puntò contro le mura. L’immane esercito avanzò, e i
Guardman a difesa del muro centrale estrassero i loro temuti mazzafrusti. Gli
Arcieri delle Mura, che il Sommo aveva disposto ai fianchi delle mura e alle
spalle dei Guardman incoccarono i loro temuti archi. La marea di cavalieri, le
temutissime Lame del Caos, lanciarono i loro destrieri al galoppo, in una folle
corsa contro le mura. Gli Arcieri lasciarono le corde, il cielo per un attimo
venne oscurato dalla nube di frecce piumate di bianco, che si abbatterono contro
i Cavalieri del Caos con effetti devastanti. Archaon, che si trovava dietro le
sue Lame del Caos, tentò di scatenare un incantesimo, ma la sua energia magica
venne spazzata via da un potentissimo controincantesimo, che rischiò di
sbalzarlo di sella. Pur essendo esperto di magia, non poteva certo competere con
il potere di Gex!
I Cavalieri del Caos nel frattempo impattarono con le mura, mentre alle loro
spalle la marea di soldati del Caos marciava al rullo dei tamburi. Sopra le
teste del Sommo e dei difensori del Regno, una densa nube nera oscurò il sole.
I Cavalieri lanciarono i rampini, e cominciarono ad arrampicarsi. I primi
giunsero in cima alle mura, senza che nessuno tirasse loro un dardo, e fu allora
che Gex diede il segnale. I Guardman, che fino a quel momento erano rimasti di
fianco, scattarono in avanti e si abbatterono sugli assalitori. Gli stolti
servitori del Caos, che stavano scavalcando i parapetti, furono spazzati via dai
pesanti mazzafrusti, e caddero addosso ai compagni. Altri cavalieri presero il
loro posto, e si lanciarono all’assalto. Ma i Guardman erano implacabili, i
loro mazzafrusti erano un canto di morte per i nemici. Le pesantissime corazze
li proteggevano da qualsiasi colpo, mentre essi falciavano i nemici con forza
indicibile. Al loro fianco, Cagliostro stava azzannando l’ennesimo Cavaliere
del Caos, e non si era neppure accorto della pesante ascia che era conficcata
nel suo dorso. Archaon osservò con occhi glaciali le sue invincibili Lame del
Caos venire fatte a pezzi dai Guardman senza provocare neppure una perdita. Puntò
semplicemente la spada contro gli spalti, ed i Guerrieri del Caos caricarono. I
Guardman respinsero fila dopo fila, fino a quando il peso del numero riuscì a
sopraffarli. Due caddero trafitti da decine di fendenti, e gli altri
indietreggiarono. I Guerrieri del Caos si lanciarono sugli spalti, li
scavalcarono e si lanciarono sui Guardman. Ma essi non indietreggiarono ancora,
e mantennero la posizione. Lo scontro divenne una mischia furibonda. Qua e là
si scorgeva un Guardman rimasto isolato che distruggeva nemici con il suo
mazzafrusto, fino a quando i servitori del Caos non lo sopraffacevano
seppellendolo sotto i loro fendenti, altrove i Guardman rimasti uniti
costituivano un bastione quasi invalicabile. Tuttavia a poco a poco i Guardman
cominciarono a subire pesanti perdite, fino a rimanere in soli tre guerrieri. A
quel punto Gex ordinò ai tre superstiti di ritirarsi, ma si accorse che anche
gli ultimi tre erano stati uccisi. Il Sommo però si accorse che non c’erano
truppe amiche nei paraggi, e scatenò la sua furia distruttrice. Una gigantesca
palla di fuoco si abbatté sui Guerrieri del Caos. Archaon tentò invano di
disperderla, e non poté far altro che assistere alla distruzione completa dei
Guerrieri che avevano occupato le mura. Tutti furono epurati dal fuoco, nessuno
scampò al massacro. Con un solo gesto della sua mano, Il Sommo aveva vendicato
i Guardman e annichilito ogni nemico sulle mura. A quel punto gli Arcieri delle
Mura e i Guardiani delle Mura avanzarono sugli spalti, riparandosi dietro alle
merlature e incoccando le frecce. Di nuovo Archaon incitò i suoi all’assalto,
e i Guerrieri del Caos caricarono. Mille scale si levarono, e altrettante
vennero divelte dai difensori. Una pioggia di frecce decimò i nemici, che
esitarono e infine si ritirarono in preda al panico. Ci volle tutto il carisma
di Archaon per frenarli e mandarli nuovamente alla carica. Questa volta, però,
il Generale Supremo del Caos decise di caricare personalmente. Puntò dritto
verso Gex, e spronò il suo destriero. Il Sommo se ne avvide, e si preparò a
difendersi. Quando ormai il potente guerriero stava ormai per giungere in cima
alle mura, Gex scatenò contro di lui e contro i suoi guerrieri un letale muro
di fuoco. Archaon fu ustionato ovunque, neppure la sua magica armatura poté
proteggerlo. Ma se egli subì qualche ferita, i suoi uomini vennero spazzati
via. Per fortuna i superstiti, vedendo il loro signore ancora in piedi,
continuarono l’assalto e impattarono contro le linee del Regno. Archaon pose
una mano sul merlo di fronte a lui, e si trovò all’improvviso un’enorme
bestia inferocita addosso. Cagliostro attaccò il condottiero nemico con una
furia inimmaginabile, e Archaon fu costretto a indietreggiare. Infine, decise di
scatenare la sua spada. Il demone contenuto nella spada gli provocò un
acutissimo dolore al braccio, ma dilaniò la lince nera in pochi secondi. A quel
punto però il Sommo Gex lanciò un urlo che fece gelare il sangue nelle vene ad
Archaon stesso, una sensazione che non aveva mai provato. Gex si levò sul suo
nemico, brandendo l’antica Spada di Rhuin che aveva evocato, e si abbatté sul
nemico con furia devastante. Archaon parò un fendente, ne respinse un altro a
fatica, ma la sua mano sinistra fu tagliata via di netto. E il condottiero del
Caos si reggeva appunto con quella mano. Con un grido che non aveva nulla di
umano, Archaon precipitò dalle mura, andandosi a schiantare, ben quaranta metri
più sotto, contro le acque del fossato. Gex si voltò verso i Guerrieri del
Caos, finalmente libero di scatenare il suo potere, e li distrusse, un
incantesimo dopo l’altro, con una furia indicibile. In pochissimo tempo, i tre
quarti dei nemici erano distrutti e i restanti fuggivano a gambe levate. Damoha,
il comandante dei Guardiani delle Mura si avvicinò al Sommo, e vide che
piangeva. “Mio Signore, abbiamo vinto”. “La chiami vittoria questa? I
Guardman sterminati, due compagnie di Arcieri spazzate via e…” Solo allora
Damoha vide la carcassa esanime di Cagliostro. “Mi dispiace, Mio
Signore…”.
Il Regno aveva vinto, ma ad un prezzo terribile.
Quella notte, le poche sentinelle, esauste per la battaglia, non videro nemmeno
un guerriero emergere dal fossato e strusciare via. Archaon era stato battuto,
sconfitto davanti ai suoi uomini, umiliato. Le sue Lame del Caos massacrate da
un pugno di nemici, il suo onore infangato per sempre. Ma gli Dei del Caos gli
avrebbero concesso un’altra possibilità. Ne era certo. E quando quel momento
sarebbe giunto, allora avrebbe spazzato via il Regno dalla faccia del pianeta.
Per il momento, si limitò a strisciare via inosservato verso la dimora degli
Dei del Caos.
IX°
Campagna: la “freddezza” di Muldon.
Muldon
dei Ghiacci scrutò l’orizzonte. Di fronte a lui, una grande armata di elfi
oscuri stava avanzando. Per fermarla il Sommo gli aveva concesso molte unità di
Scudieri del Regno, alcuni Centauri e Guardman, e Muldon si preparava ad usarli
al meglio.
La
battaglia si scatenò all’improvviso su ogni fronte: i carnefici degli elfi
oscuri emersero dalle linee e si lanciarono contro gli scudieri. Muldon immaginò
facilmente la fine del combattimento: gli scudieri sarebbero andati in rotta, e
i carnefici sarebbero penetrati come un proiettile dentro al suo esercito… ma
la realtà fu ben diversa. I fedeli soldati del Regno infatti non solo
resistettero al micidiale attacco, ma inflissero al nemico ben 9 perdite,
costringendolo a ripiegare!
Sul
fianco, gli elfi su naggaronte stavano cercando di raggiungere gli scudieri, ma
le stupide creature sembravano avere qualcosa in contrario alla manovra, e si
rifiutarono cocciutamente di muoversi.
Sull’altro
fianco, due multibaliste nemiche aprirono il fuoco falciando alcuni Scudieri.
Muldon considerò attentamente la battaglia, mentre respingeva distrattamente
gli incantesimi di una strega elfa oscura. L’intero fianco destro degli elfi,
grazie alla strenua resistenza degli scudieri e alla cocciutaggine dei
naggaronti, si era impantanato, mentre a sinistra i guardman incutevano
evidentemente abbastanza timore agli elfi oscuri, che stavano ancora cercando un
modo di aggirare quei bastioni ambulanti.
Muldon
decise di non dare loro questa opportunità, e mosse in avanti il suo fianco
sinistro. A questo punto, i guerrieri nemici potevano scegliere: o caricare i
guardman o aspettare di essere caricati a loro volta dai centauri. Con un gesto
della mano, Muldon ordinò alle tre unità di scudieri sul fronte di caricare il
nemico. I carnefici degli elfi oscuri, colti alla sprovvista, subirono di nuovo
perdite enormi, e se la diedero proverbialmente a gambe. Le altre due unità
invece furono bloccate dalla strenua difesa degli elfi oscuri, che forse avevano
cominciato a capire che la battaglia cominciava ad andare male per loro…
alcuni di loro lanciarono occhiate espressive ai cavalieri dei naggaronti, che
non erano ancora riusciti a calmare le proprie cavalcature: la fortuna era dalla
parte di Muldon, ed egli decise di sfruttarla prima che cambiasse fazione! Il
prode vassallo invocò il Vento Glaciale del Nord, e un’intera unità di
guerrieri nemici diventò una splendida collezione di statue di ghiaccio, che
venne fatta a pezzettini dagli Scudieri del Regno. La strega elfo oscuro che
aveva tentato invano di disperdere quel potere si strappò non pochi capelli,
perché in quell’unità era nascosto un potentissimo assassino! Infuriatissima,
la strega scagliò contro Muldon una potente palla di fuoco, che ustionò in più
punti il vassallo. Nel frattempo, i naggaronti si erano decisi ad entrare in
azione, ma gli scudieri, che avevano distrutto i guerrieri elfi oscuri tramutati
in ghiaccio, caricarono a testa bassa le stupide creature, infliggendo anche
questa volta pesanti perdite. Stranamente, i naggaronti decisero di rimanere a
combattere. Sull’altro fianco, gli elfi oscuri avevano deciso di caricare i
guardman, ma erano stati respinti a bastonate da quelli che a loro erano
sembrati bidoni di ferro semoventi. I centauri scoppiarono in una fragorosa
risata, e caricarono gli elfi nel panico generale: fu un massacro. Gli elfi
furono uccisi tutti, e i centauri sfondarono fino ad attaccare le due
multibaliste, che vennero messe a tacere in poco tempo. Ormai l’unica parte
dello schieramento nemico che resisteva era il centro, e Muldon ordinò
l’accerchiamento, mentre con il suo Peryton piombava sulla testa della strega
elfa e poneva fine alla sua vita in poco tempo. Quando gli elfi videro la loro
signora fatta a pezzetti dal bastone magico Glacer, decisero che era troppo e si
voltarono per fuggire, solo per scoprire che alle loro spalle stavano arrivando
i centauri e, un po’ più lentamente, i Guardman!
Le forze rimanenti degli elfi oscuri vennero spazzate via, e Muldon guadagnò un’altra importante vittoria per il Regno!!!
X°
Campagna: Il Gran Maestro dei Paladini scende in campo
Sir
Cyber Dark schierò i suoi Paladini attorno a sé. Sia sulla destra che sulla
sinistra, due unità di Guardman facevano buona guardia sui fianchi e dietro le
sue spalle, due solide unità di guardiani marciavano di buona lena. Gli ordini
del Sommo erano stati chiari. Due giorni prima, il falco di BrightBlade era
giunto al castello, portando la lieta notizia che il Paladino era sano e salvo e
che era riuscito a salvare tutta la cavalleria del suo esercito. Immediatamente
il Sommo aveva ordinato a Sir Cyber Dark, che fremeva da giorni di impazienza
per scendere in campo, di ricongiungersi al suo confratello e di calare alle
spalle dei nemici non appena possibile.
Sir
Cyber non amava il sotterfugio, ma quella notte era riuscito a far passare la
sua piccola armata, fornitagli dal Sommo, sotto il naso dei nemici, ed ora si
trovava a pochi chilometri dal villaggio dove BrightBlade era stato attaccato di
sorpresa da un’immensa armata di non morti, che ora minacciavano le mura del
castello, e dove per un pelo il Paladino di Atlantide non aveva perso la vita.
Ben
presto, il Gran Maestro dei Paladini individuò le sentinelle dell’esercito
del confratello, segno che quest’ultimo non aveva perso tempo.
I
due si ricongiunsero subito dopo, un caloroso abbraccio e niente più. Ci
sarebbe stato tempo per gli abbracci dopo la battaglia.
L’esercito
si voltò e rischierò. All’armata di Sir Cyber si erano ora unite due unità
di Cavalieri del Regno e due unità di Paladini, tanto che il Gran Maestro
disponeva di cavalleria a sufficienza per lanciare un assalto in grande stile!
Passarono
tre giorni, prima che l’armata potesse raggiungere il castello, e lo
spettacolo fu terrificante per i due Paladini. Le case entro le mura erano
incendiate, ma lo stendardo con il drago blu sventolava ancora sulle mura!
Senza
indugiare oltre, i corni furono suonati e il contrattacco cominciò. Sir Cyber
si lanciò al galoppo, e persino BrightBlade, che di solito andava a piedi, per
l’occasione andava a cavallo, sebbene non avesse un grande stile! La linea di
cavalleria del Regno si abbatté sui nemici senza sapere nemmeno chi fossero.
Due, quattro unità del Caos furono incredibilmente spazzate via al centro, dove
da soli Sir Cyber e BrightBlade avevano pressoché spazzato via una decina di
guerrieri, subito imitati dagli altri Paladini. Dopo poco, anche la fanteria si
schiantò sui fianchi del nemico. I Guardman, che erano troppo lenti per questo
genere di combattimenti, erano rimasti indietro per evitare che qualcuno avesse
la bella idea di tentare un accerchiamento. E difatti un gruppo di barbari del
caos, a cavallo, tentò la manovra, ma i Guardman gli furono addosso
all’istante, e di loro non rimasero che pezzetti…
La
battaglia era cominciata bene, ma l’attacco di Sir Cyber stava attirando
pressoché ogni guerriero del Caos presente attorno al Regno!
Immediatamente,
il Sommo Ostri in persona guidò una sortita per aiutare i Paladini. Dal Regno
si lanciarono fuori alcuni guerrieri e molti, molti guardiani delle mura.
Lo
scontro divenne apocalittico.
Sir
Cyber e BrightBlade videro il Sommo affiancato da Kahl e Muldon che macinava
nemici, e raddoppiarono gli sforzi. Infine, dopo molti sforzi, le due armate si
ricongiunsero, e si prepararono a fronteggiare il nemico insieme.
I
guerrieri del Caos, supportati da squadriglie di cavalieri, cominciarono ad
attaccare da ogni lato, sempre più violentemente. Quando ormai rimanevano ben
pochi uomini al Regno, ecco squillare da nord nuovi corni, e il prode Green
Knight calare sui nemici con ogni uomo in grado di combattere che fosse in suo
possesso.
Da
quel lato si aprì un nuovo fronte, che finì per essere annientato, dopo una
durissima lotta (protrattasi per ben sei turni) che si concluse con la stretta
di mano tra Ostri e Green! Sul campo erano dunque sette eroi: il Sommo Ostri,
Sir Cyber Dark, Kahlwyreth Khan, Muldon dei Ghiacci, Green Knight, BrightBlade
e, come poteva mancare, NightLord, che trucidando un centinaio di nemici almeno,
aveva raggiunto la comitiva!
Il combattimento si protrasse
ancora per sette lunghissime ore; inutile citare le epiche gesta eroiche
compiute da una parte e dall’altra, fatto sta che alla fine, uno dopo
l’altro, ogni combattente cadde, ed il Sommo rimase solo, attorniato dai suoi
Vassalli, dentro un mare di nemici. Il Sommo Ostri si voltò verso i suoi Vassalli. “Se dobbiamo morire qui ed oggi, facciamolo con onore”. La
risposta dei Vassalli fu un solo grido: “Per Blue Dragon: CARICAAAAA!!!”.
XI°
Campagna: La battaglia finale
Erano
sette. Sette eroi, contro un esercito. I loro nomi riecheggiavano in molte
leggende, ma nessuna si avvicinava per grandezza ai fatti che stavano avvenendo.
Il Sommo Palank, Cyber Dark, Kahlwyreth Kharn, NightLord, Muldon dei Ghiacci,
Green Knight e BrightBlade. Sette nomi, che stavano per affrontare l’intera
armata del Caos, nella pianura antistante il Regno di Blue Dragon. I corpi dei
loro compagni, caduti dopo ore ed ore di estenuante battaglia, giacevano ai loro
piedi, accatastati. La scena era raccapricciante. Migliaia di fedeli servitori
del Regno massacrati per difendere la loro patria. Avevano pagato con la vita
per difendere quel sogno chiamato Regno di Blue Dragon. Quel sogno che ora era
in balia delle forze del male, difeso soltanto da quei sette uomini nella
pianura. Gli ultimi difensori del Regno. Il Sommo Gex era improvvisamente
sparito, qualche giorno prima, voci malevole sussurravano che fosse passato
dalla parte dei nemici. Ostri giaceva in un letto entro il Mastio del castello,
con il corpo dilaniato da tremende ferite, che si era procurato in scontri in stretta
successione con Archaon stesso e con i più grandi demoni del Caos, le cui teste
accatastate avevano arso per sette giorni nel cortile del Regno, monito per gli
dei del male. Gli altri Vassalli avevano impiegato ormai ogni loro forza
residua, ed i più giacevano a terra, feriti od esausti, tra i loro compagni
caduti.
Erano
rimasti in sette, in grado di combattere. In sette, non uno di più… e
sarebbero dovuti bastare, altrimenti… no, Palank non osò nemmeno pensare cosa
sarebbe successo qualora fossero stati sconfitti. Si ripromise però che non
sarebbe indietreggiato di un passo, fino alla morte, pur di difendere i
cittadini del Regno. Pensieri simili aleggiavano nella mente di Sir Cyber Dark,
il Gran Maestro dei Paladini. Egli ripercorreva con la mente la sua vita, gli
anni trascorsi come mercenario, il giorno in cui aveva capito che il suo destino
era un altro… "Cosa sarebbe successo se avessi fatto un’altra scelta? Ora
forse sarei un grande condottiero, il terrore dei re, imperverserei per le
pianure del Vecchio Mondo, e nessuno potrebbe sconfiggermi…" No, Cyber capì
che la strada che aveva imboccato era la sua strada, ovunque essa lo portasse,
finanche alla morte. Egli era un Paladino, sentiva il potere del bene scorrere
nelle sue vene ed alimentare i suoi muscoli. La sua fede era salda, il suo
coraggio non avrebbe ceduto.
Altri
pensieri occupavano invece la mente di Kahlwyreth Kharn, l’Immortale. Egli era
l’unico ad essere sicuro che sarebbe sopravvissuto. E forse per questo Kahl
era assolutamente determinato a battere i nemici. Non osava nemmeno immaginare a
quali supplizi lo avrebbero condannato gli dei del caos, consapevoli che
qualsiasi fosse la tortura, egli sarebbe morto e poi risorto in eterno. No,
perdere era un lusso che Kahl non si poteva permettere. L’Immortale volse gli
occhi verso il suo compagno di sempre, NightLord, che scrutava beffardo i
nemici. Se perderemo, tu riposerai nelle braccia di Blue Dragon, fratello mio,
ma non io… è facile per te farti beffe di un nemico che non può colpirti in
eterno!
A
dire il vero NightLord non si stava facendo beffe del nemico, anzi in cuor suo
aveva come il presentimento che non sarebbe sopravvissuto a quello scontro. Il
suo sguardo di sfida non era rivolto ai nemici, ma alla morte, la nera signora
armata di falce che già l’Assassino scorgeva all’orizzonte. Nessuno sapeva
se NightLord fosse mai morto, né quante volte gli fosse capitato. Tuttavia, da
come si atteggiava, da come parlava della morte, si capiva che il vampiro e la
fatal quiete erano conoscenti di vecchia data. Per lui morire era solo dormire
più a lungo, forse per centinaia di anni, prima di riaprire i gelidi occhi e
risorgere di nuovo. I suoi occhi in verità erano veramente gelidi, ma non
quanto quelli di Muldon, lo stregone del ghiaccio.
Ghiaccio
doveva scorrergli nelle vene, perché di tutti gli altri era l’unico che non
desse segno di alcuna emozione esterna. Era come… una statua di ghiaccio, e
non era solo un’impressione. Effettivamente, Muldon dei Ghiacci conosceva solo
un luogo in cui era stato accolto da amico, e non schivato a causa del suo
aspetto tetro al pari di NightLord. E quel posto era il Regno. E per quel posto
egli sarebbe morto anche un milione di volte, se necessario.
Un
discorso a parte meritano gli ultimi due componenti del gruppo, Green Knight e
BrightBlade. I due vassalli più giovani del Regno, pieni ancora d’ardore e di
un pizzico d’inesperienza, non potevano certo esser saldi in mezzo a quel mare
di nemici… e tuttavia proprio quel legame particolare che li accomunava, come
un anello dell’acciaio più temprato, li sorreggeva entrambi. Green Knight,
che mai e poi mai sarebbe indietreggiato, sussurrava silenziosamente una
preghiera alla Dama del Lago, mentre BrightBlade, stringendo il medaglione di
Atlantide donatogli dal Gran Maestro dei Paladini di Atlantide poco prima che
l’isola sprofondasse, scrutava i volti dei caduti, forse immaginandosi al loro
posto. Il suo sguardo fu attratto da due occhi azzurri, come i suoi. Guardando
meglio, il Paladino di Atlantide si avvide che gli occhi appartenevano ad una
splendida ragazza elfica, i cui lunghi capelli biondi erano sporchi di sangue. Sul
suo volto era dipinta un’espressione mista di orrore e stupore, il viso
modellato perfettamente era sconvolto dalla morte, dalla sua bocca socchiusa un
rivolo scuro scendeva fino a terra. Le esili mani ancora stringevano invano
l’alabarda piantata nel suo petto, che l’aveva inchiodata al suolo.
BrightBlade chiuse gli occhi, si immaginò la ragazza che parava un colpo con la
spada, poi crollava a terra sotto un tremendo fendente e veniva trafitta
dall’alabarda. Si immaginò il corpo sussultare per il colpo, e le mani
stringersi all’asta… riaprì gli occhi per non vomitare, e tuttavia seppe di
non avere più alcun timore. Quello era il destino del Regno, se essi non si
fossero opposti. BrightBlade sguainò la spada, contemporaneamente a tutti gli
altri, ed essi le incrociarono nel cielo. Le nubi per un attimo si squarciarono,
ed un tenue raggio di sole cadde sulle lame, illuminandole. Elderil, la Spada
del Guerriero perfetto, la Spada Blue, le due Katane del Drago, la Spada Bianca,
la Spada della Liberazione e la Spada di Atlantide risplendettero magicamente,
squarciando per un attimo le tenebre che avvolgevano il campo. Blue Dragon era
con loro, ed essi avrebbero combattuto fino alla fine. Sette eroi, uniti contro
la potenza delle tenebre!
Come
un solo guerriero, i sette eroi avanzarono. Davanti a loro, i demoni ed i
guerrieri cominciarono a correre, scagliandosi verso di loro. Il primo a colpire
fu Muldon, che invocando il potere dei ghiacci scatenò un vento glaciale contro
i guerrieri del caos, uccidendoli per il semplice freddo provocato dal suo
incantesimo. Con stupore, Muldon si accorse che nessun mago nemico aveva tentato
di bloccare il suo incantesimo. Scandagliando il campo di battaglia, non
individuò alcun usufruitore di magia, tuttavia c’era qualcosa di inquietante
nell’aria, qualcosa che faceva rabbrividire persino il glaciale mago. Cercando
di non pensarci, Muldon tornò a concentrarsi sulla battaglia. Green Knight, a
cavallo del suo valoroso destriero, aveva caricato dritto dentro i guerrieri, ed
ora sferrava fendenti ad ogni lato con la sua micidiale spada. Il cavaliere
intercettò un fendente diretto verso il suo cuore e, mentre con lo scudo
deviava verso l’alto un colpo di alabarda, con un secco colpo di spada decapitò
il primo dei numerosi guerrieri che lo accerchiavano. Il suo destriero, ben
addestrato alle mischie, con un impennata fece perdere l’equilibrio al
guerriero che voleva attaccarlo, e gli atterrò sopra con tutto il suo peso e
del cavaliere che portava. Il rumore dell’armatura e delle costole che si
schiantavano fece quasi rabbrividire Green Knight, che ebbe il tempo di
guardarsi attorno. Alla sua sinistra, Sir Cyber Dark stava facendo strage di
nemici. Il Gran Maestro dei Paladini si era posizionato sopra un masso, dal
quale neutralizzava qualsiasi attacco nemico. Il pegaso che cavalcava
contribuiva con poderosi calci a seminare distruzione tra i nemici. Un’unità
di cavalieri del Caos puntò dritta verso i nemici, ma il Paladino se ne avvide
e ordinò al suo pegaso di spiccare il volo. I cavalieri incespicarono sulla
roccia dove Sir Cyber si trovava, e non ebbero il tempo di evitare l’attacco
in picchiata che seguì. Dall’alto del suo pegaso il Paladino godeva di
un’ottima visuale. Sotto di sé scorgeva Green Knight che si batteva contro
svariati guerrieri del Caos, che lo assalivano da ogni lato. Poco più a
sinistra si trovavano, stranamente vicini, BrightBlade e NightLord. Il primo
aveva atteso a piè fermo la carica feroce dei barbari, che forse avevano
creduto di poter facilmente sopraffare quell’uomo. Si stavano sbagliando di
grosso: almeno una decina di nemici erano già a terra, e l’unità che aveva
caricato l’Atlantide cominciava a tentennare, forse meditando una fuga,
tant’è che i più esperti guerrieri in armatura stavano accorrendo per
circondare il Paladino di Atlantide. La loro marcia fu però interrotta da
NightLord, che si gettò su di loro roteando le sue micidiali Katane. Due
guerrieri caddero decapitati senza nemmeno accorgersi di cosa gli fosse
successo, ed altri due finirono squartati pochi attimi dopo. L’assassino si
abbatté come un ciclone sui guerrieri del caos, seminando il panico totale tra
i guerrieri. Uno di loro, il comandante, menò un terribile fendente dall’alto
in basso, ma NightLord con un salto schivò l’attacco, e ricadde precisamente
sull’elmo del nemico, facendolo rovinare a terra, stordito. Prima che si
potesse riprendere, il guerriero del Caos si ritrovò la Katana del Drago
Maggiore piantata in petto, e la sinistra immagine del suo ventre trafitto lo
accompagnò durante il viaggio in compagnia della morte…
Poco
distante, a Kahlwyreth Kharn veniva staccata una mano con un morso da un Mastino
di Khorne. L’Immortale attese stancamente che la mano si rigenerasse, poi,
impugnata con la stessa la mitica Spada Blue, la abbatté come un macigno sul
mastino, spaccandogli il cranio a metà. Un altro mastino lo assalì alle
spalle, e il Vassallo se ne liberò con un fendente all’indietro,
sbilanciandosi verso il Mastino, cosicché, quando un'altra di quelle creature
stava per azzannargli le gambe, Kahl utilizzò la spinta acquisita per spiccare
uno spettacolare salto e portarsi fuori pericolo.
Infine
il Sommo Palank si stava divertendo, più che combattere, con una quarantina di
Guerrieri del Caos, che volavano via a gruppi di due o tre sotto i tremendi
fendenti di Elderil, che non perdonava nessuno. Il suo amuleto Anima brillava di
luce intensa, tant’è che sembrava che le carni del Sommo si rigenerassero
quasi come quelle di Kahl… non che ne avessero bisogno, perché fino a quel
momento nessuno era riuscito anche solo ad eludere la guardia di Palank! Anche
il destriero che cavalcava, famoso quasi al pari del padrone, stava dando una
bella lezione ai nemici. In poco tempo, i quaranta guerrieri che avevano
caricato Palank si voltarono per fuggire, furono raggiunti dal Sommo e
massacrati, quali traditori che erano!
Il
Sommo si voltò verso i nemici, e vide un torreggiante Eroe del Caos che stava
cercando il momento buono per assalire alle spalle BrightBlade. Fece appena in
tempo a gridare un avvertimento al Paladino, che schivò per un pelo un
micidiale fendente dall’alto. L’eroe del Caos fissò con disappunto il luogo
in cui doveva giacere la testa del Paladino di Atlantide, poi si strinse nelle
spalle ed investì il suo avversario con una gragnola di colpi. I guerrieri limitrofi formarono un cerchio attorno ai due combattenti, godendosi lo
spettacolo. BrightBlade bloccò a mezz’aria il fendente del campione, e
dovette poggiare un ginocchio a terra per sostenere il colpo. A stento schivò
il seguente fendente, ancora stupefatto per l’enorme forza fisica del suo
avversario.
Il
Campione del Caos menò un altro fendente, e l’Atlantide fu costretto a
pararlo con lo scudo. Un atroce dolore gli avvolse il braccio, mentre almeno un
osso si schiantava sotto il tremendo impatto. Il Campione del Caos tuttavia
aveva perso l’equilibrio, e BrightBlade colse al volo l’occasione.
Slanciandosi in avanti con tutte le proprie forze, conficcò la Spada di
Atlantide in profondità nel petto del nemico. Questi fissò con odio il
Paladino, e senza batter ciglio gli mollò un pugno nell’elmo, mandandolo a
rotolare qualche metro più in là. Poi si alzò in piedi, e commise il più
grave errore della sua vita: infatti la spada si torse nella ferita e finì
dritta dentro il cuore del Campione del Caos, che crollò di colpo a terra. Per
un attimo i guerrieri del caos stettero attoniti a fissare il loro eroe morire,
poi si risvegliarono di colpo, proprio mentre BrightBlade estraeva dal cadavere
la sua fida spada. I guerrieri del caos si lanciarono sul Paladino di Atlantide.
Questi menò al volo due fendenti, uccidendo due nemici, poi si sentì afferrare
per le spalle e si ritrovò in groppa dietro a Green Knight. “Ah, non ti si può
lasciare un momento solo!” esclamò il Cavaliere Eremita, mentre galoppava
verso uno spiazzo libero del campo di battaglia.
Dopo
aver fatto scendere il Fratello di Spada, Green Knight si diresse verso Palank.
La battaglia si era di colpo interrotta. La strage di guerrieri del Caos era
stata immensa, e l’unico ad esser ferito era BrightBlade. I sette
vassalli si riunirono. Muldon parlò per primo. “C’è qualcosa nell’aria
che non mi piace, e quel qualcosa si sta avvicinando a gran velocità…”. I
sei Vassalli si riunirono su di una collina, e osservarono i nemici che
lentamente si facevano indietro. Palank era ancora intento ad inseguire i nemici,
qualche centinaio di metri oltre.
“Qui
c’è qualcosa che non va” fece in tempo a dire Sir Cyber, prima che il
terreno si frantumasse proprio davanti a lui e qualcosa di enorme, veramente
enorme, e fiammeggiante emergesse dal crepaccio.
Sir
Cyber balzò di lato, e una gigantesca ascia a doppio taglio si piantò a
qualche millimetro dalle sue gambe. I Vassalli agirono all’unisono,
scagliandosi contro il Demone Maggiore di Khorne come un sol uomo. Green Knight
diresse il suo cavallo verso il demone gridando il suo urlo di guerra, ma
l’enorme creatura menò un fendente disastroso che colpì in pieno il cavallo
di Green, facendolo praticamente esplodere. Il cavaliere della dama del lago volò
a terra, e con una capriola evitò per un pelo il secondo fendente, che mandò
in briciole un enorme masso. Muldon dei Ghiacci scagliava incantesimo dopo
incantesimo contro il Demone, ma questi aveva attorno a sé qualcosa che
evidentemente lo proteggeva dalla magia. La creatura si volse verso Muldon, e
con un colpo dall’alto verso il basso tentò di obliterare il mago. Muldon
stava già preparandosi a saltare quando qualcosa – o meglio qualcuno – lo
spinse di lato con uno spintone. Muldon ruzzolò dalla collina, ed intravide
BrightBlade che incassava il terribile colpo sullo scudo, che si schiantò in
due. Per fortuna l’Armatura di Atlantide bloccò l’ascia, che non poté
staccare di netto il braccio sinistro del Paladino. Vedendo i propri compagni in
difficoltà, Sir Cyber, Kahl e NightLord agirono all’istante. Mentre il demone
stava calcolando il colpo che avrebbe tagliato a metà il Paladino di Atlantide,
l’altro Paladino con un fendente di sbieco provocò una ferita sulla gamba
sinistra del nemico, mentre Kahl conficcava la sua spada dentro al polpaccio
dell’altra gamba. Il demone vacillò. Fu sul punto di cadere. NightLord era già
pronto a piantare le sue due katane sul petto indifeso del demone, quando questi
spalancò le ali e spiccò il volo, evitando la caduta. Green Knight, che nel
frattempo era tornato indietro dopo aver salutato per l’ultima volta il suo
fedele destriero, non era disposto a lasciar fuggire il nemico, e si aggrappò
ad una sua zampa artigliata, utilizzando la sinistra per colpire più e più
volte la pelle a scaglie del demone con la sua sacra spada. La creatura ruggì
di dolore, e con un secco strattone fece perdere la presa al cavaliere, che
precipitò a terra. Sir Cyber accorse dove il cavaliere era caduto, e vide con
piacere che Green era riuscito ad atterrare in piedi, subendo solo qualche
graffio!
Muldon
nel frattempo invocò il potere del ghiaccio, e questa volta l’incantesimo
riuscì: le due possenti ali del demone vennero avvolte da cortine di ghiaccio e
imprigionate. La creatura perse quota, ed infine andò a schiantarsi poco
lontano. I Vassalli corsero verso il nemico, cercando di coglierlo indifeso, ma
il Demone Maggiore di Khorne li aspettava già in piedi, l’ascia da guerra e
la frusta pronte in mano.
Muldon
si fermò, si poggiò al suo bastone, asciugò il sudore della sua fronte e,
chissà perché, disse: “Resisti alla fatica, tieni in alto il cuore e
all’orizzonte lo sguardo”. Gli altri Vassalli udirono quelle sue parole,
dette quasi per sbaglio, sentirono la giusta furia montare dentro di loro, e
scattarono contro il nemico. NightLord roteò pericolosamente vicino all’ascia
del demone, per colpirlo per tre volte con le sue katane sul braccio; Kahlwyreth
Kharn utilizzò il suo braccio sinistro per bloccare la frusta del demone e,
mentre questi gli stritolava il braccio con la frusta stessa, lanciò il suo
pesante spadone, che si andò a piantarsi poco sotto la clavicola sinistra del
nemico, che muggì di dolore. Sir Cyber non consentì al demone di riprendersi,
e incalzandolo da vicino lo costrinse a utilizzare la sua immane ascia da guerra
per tenere lontano il Gran Maestro dei Paladini. In questo modo il demone non si
accorse di BrightBlade e Green Knight, che si erano dati un’occhiata
significativa e all’unisono avevano caricato il demone verso le spalle. Green
aveva piantato la sua spada sul torso muscoloso del demone, mentre BrightBlade
con un fendente micidiale aveva lacerato per almeno un metro la pelle coriacea
che costituiva l’ala sinistra del demone, impossibilitandogli il volo.
Ma
il nemico non cedeva. Con un urlo rabbioso, la creatura si strappò dal petto la
spada di Kahl, gettandola lontano, e tentò anche di togliere quella di Green,
che però era irraggiungibile. Il demone decise di non curarsene, e
d’improvviso menò un fendente all’indietro, dove si trovavano i due
Fratelli di Spada. L’ascia si piantò per terra tra i due, facendoli volare in
direzioni opposte. Sia BrightBlade che Green Knight batterono violentemente la
testa, e rimasero a terra frastornati. Senza perder tempo, con un tremendo
strattone della frusta, mandò Kahl, che aveva ancora il braccio avvolto
dall’arma del demone, a schiantarsi direttamente contro NightLord, che stava
aggirando il demone. I due crollarono a terra privi di sensi. Poi la creatura si
volse verso Sir Cyber e Muldon, i suoi ultimi due avversari. Muldon cercò di
congelare le braccia del demone con il suo ghiaccio, ma gonfiando i muscoli la
creatura fece esplodere in mille pezzi i due anelli di ghiaccio. Liberando
l’ascia dal terreno, la scagliò contro il Paladino, che la schivò per un
pelo, e fu colpito solo di striscio. Con la frusta, ormai libera, il demone
attaccò il Paladino, che fu costretto a difendersi dai suoi attacchi. Sir Cyber
cominciò a sentire dolore al braccio sinistro, ma non poteva certo smettere di
parare i micidiali attacchi del Demone!
Il
Paladino bloccò con lo scudo una frustata e non riuscì ad evitare che il
demone si riappropriasse dell’ascia. Il fendente di quest’ultima fu
micidiale. Sir Cyber oppose il suo scudo alla lama, sostenendolo con entrambe le
braccia, ma l’impatto fu così violento da scagliarlo indietro di una decina
di metri. Muldon cercò di accorrere in aiuto del Paladino, ma il Demone lo
atterrò con una frustata micidiale. Il demone si rese conto di aver sconfitto
ogni suo nemico, e sorrise di soddisfazione (se così si poteva chiamare quel
ghigno nella sua faccia di mostro).
Subito
dopo sentì un lancinante dolore alla schiena. Si voltò, furibondo, e vide un
altro omuncolo pronto ad affrontarlo. Il guerriero era a cavallo, e reggeva
nelle mani uno spadone pericolosamente grande, la cui lama era imbrattata di
sangue di demoni. Il guerriero scese di cavallo, gli sussurrò qualcosa nelle
orecchie e il destriero si allontanò verso il castello.
“Piccolo
uomo, distruggero anche te!” ruggì il Demone, e menò un fendente dall’alto
in basso, senza alcun preavviso. Ma il suo avversario si mosse con un’agilità
inconcepibili persino per la sua mente di demone, e schivò il colpo come
niente. Prima che il demone potesse capacitarsi dell’accaduto, il guerriero lo
incalzò con una serie di fendenti che lacerarono in diversi punti il possente
torace della creatura. “Come hai osato ferirmi, omuncolo!” gridò il Demone
Maggiore di Khorne. Disincagliando l’ascia, portò un tremendo colpo sulla
sinistra, ma l’avversario lo bloccò con lo spadone, senza che il suo braccio
indietreggiasse di anche solo un millimetro. Il demone utilizzò la frusta
contro il nemico, ma quest’ultimo l’intercettò di nuovo con l'enorme spada,
riducendola a brandelli. Fu troppo per la mente del grosso bestione, che perse
letteralmente il controllo. Lasciando andare l’ascia, proruppe contro il
guerriero con una serie infinita di pugni e morsi. Il combattimento divenne un
turbinio di polvere, l’unica cosa che era chiaramente visibile era il fulgore
della gigantesca
spada dell’uomo quand’essa colpiva l’immensa creatura che lo
Infine
il combattimento cessò. Il demone appariva stanchissimo, ma anche il suo
avversario aveva il fiatone. “Complimenti, piccolo uomo. Sei bravo con la
spada! Come ti chiami?”. L’uomo esitò, poi disse, semplicemente:
“Palank”. “Ebbene, piccolo Palank, oggi morirai con onore” sogghignò il
demone, e tornò all’attacco. Seguirono altri tre minuti di combattimento
serrato. Più e più volte l’immane bestia del caos tentò di schiacciare il
nemico, più e più volte quest’ultimo evitò gli insidiosi attacchi del
demone, e riuscì a ferirlo gravemente alla gamba, con un affondo violentissimo.
Il demone crollò in ginocchio. Palank poggiò un ginocchio a terra, poi le
mani. L’ultimo affondo aveva esaurito le energie di entrambi i contendenti. I
guerrieri del caos attorno ai due esitarono. Avrebbero voluto massacrare
l’umano, ma il demone aveva proibito loro di intromettersi, e quel demone non
amava i trasgressori…
Sir
Cyber aveva visto tutta la scena, e riuscì ad alzarsi sui ginocchi. Protendendo
entrambe le braccia contro il Sommo, cominciò a far fluire la sua energia verso
il corpo di Palank. Muldon cominciò a brillare di luce azzurrina, poi di colpo
si spense, mentre un globo di luce volava da lui al Sommo. NightLord e Kahl,
riprendendosi, unirono le mani, e inviarono anche la loro energia a Palank.
Green Knight sussurrò nelle sua bocca insanguinata una preghiera alla Dama del
Lago. Le nubi si squarciarono, ed un raggio di luce colpì il Sommo. BrightBlade
si rialzò in piedi. Infilò una mano sotto la tunica, strinse il medaglione di
Atlantide e lo strappò dal collo. Con le ultime sue forze, prima di crollare a
terra privo di sensi, lo scagliò verso il Sommo, che lo prese al volo e lo
indossò.
Il
demone si sollevò in ginocchio, e ciò che vide davanti a sé non era più
l’umano che lo aveva quasi sconfitto. Un guerriero titanico lo sovrastava.
Aveva lo sguardo di un dio, ed il suo corpo brillava di un’intensa luce
azzurra. Mille voci esplosero nella testa del demone: “Immonda creatura, torna
nel caos dal quale sei sorta!”.
I
guerrieri del caos videro Palank sollevarsi in piedi, la sua spada rifulgente di
luce propria. Il Sommo sussurrò queste parole: “Immonda creatura, torna nel
caos dal quale sei sorta”.
I
Vassalli videro i tre Sommi levarsi contro il demone e puntare le loro spade
contro il nemico, gridando: “Immonda creatura, torna nel caos dal quale sei
sorta!”.
Qualsiasi
cosa realmente accadde, una luce accecante avvolse l’intero campo di
battaglia. Un’onda d’urto spaventosa gettò a terra tutti gli abitanti del
Regno, che spiavano la battaglia decisiva dalle mura. Poi la luce si attenuò
e… l’esercito del Caos era scomparso. Svanito nel nulla.
I
sette guerrieri del Regno erano in piedi, su di una collina, illuminati dai
raggi del sole. Attorno a loro, i caduti del Regno cominciarono a risvegliarsi.
E sorse il sole sul Regno, seppure molti in seguito giurarono che la battaglia
era cominciata in pieno giorno. BrightBlade non credeva ai suoi occhi… si voltò
verso destra. Una ragazza elfica si alzò in piedi. Aveva un buco nel pettorale
dell’armatura, ma la pelle al di sotto era perfettamente integra. La ragazza
si guardò attorno, poi quando vide che il Paladino la stava guardando chinò il
capo, sia per salutare un Vassallo del Sommo, sia per nascondere il lieve
rossore sulle sue guance. Ma BrightBlade non stava più guardando lei, ma la
splendida alba di fronte a lui.
L’incubo
era finito, ed il Regno aveva vinto, ancora una volta.
L'incubo
era finito. Ma sarebbe finito per sempre? O come in passato il Caos sarebbe
tornato di nuovo a seminare morte e distruzione all'interno del Regno di Blue
Dragon? Ostri, nella Sala del Trono, camminava avanti ed indietro, pensieroso.
In
quel momento arrivò Palank, correndo, e dopo la rampa di scale, si appoggiò
con il gomito sulla spalla di Ostri; aveva il fiatone.
"Allora,
come ti godi i primi giorni di pace, vecchio Ostri?"
"Mh...non
male, ma c'è qualcosa a cui penso, e della quale vorrei parlarti."
L'espressione nel viso di Ostri diventò sempre più cupa.
"Cos'hai
Fratello?" chiese preoccupato il Sommo
Guerriero.
"Sai
Palank, stavo pensando
che...
sì, è vero, abbiamo distrutto la minaccia del Caos...
ma tra qualche anno sarà di nuovo qua, a premere sulle mura del Regno,
con tutte le sue forze, mettendo per l'ennesima volta in grave pericolo il Regno
e il mondo intero."
Palank
abbassò lo sguardo, pensieroso.
"Pensavo
che...
Il
Sommo Palank lo fissò negli occhi intensamente, ansioso di attendere le parole
che stava per pronunciare Ostri.
"...dovremmo
passare al contrattacco."
Palank
sgranò gli occhi. Si andò a sedere su di una sedia accanto ad una finestra
dell'enorme stanza. Guardava un punto fisso nel vuoto. Ostri lo guardò sempre
più cupo.
Palank
ebbe la forza di parlare: "Tu dici che dovremmo contrattaccare...
ma il
Regno rimarrebbe indifeso!"
"Abbiamo
migliaia di truppe di Guardman e di Guardiani, per non parlare delle centinaia
di arcieri."
"Quante
forze pesanti intendi impiegare?" chiese con un attimo di esitazione
Palank.
Ostri
rivolse per un attimo lo sguardo verso l'alto, poi fissò Palank: "Tutte
quelle che abbiamo. Tutti i Vassalli saranno chiamati in questa battaglia, o
almeno i migliori e i più valorosi. Sicuramente tutti i membri della Gerusia."
Palank
scosse la testa e si alzò lentamente dalla sedia, avvicinandosi al suo
amico/fratello/collega: "Carissimo...
attaccare il Caos è molto pericoloso,
sono migliaia, milioni di individui, e ci spazzerebbero via appena arrivati
sotto le loro mura. Inoltre il Regno del Caos è vasto, cosa intendi attaccare,
un punto fisso oppure decapitare qualche demone quà e là???"
"No
Palank...attaccheremo un punto ben preciso...il cuore delle forze del
Caos...bisogna estirpare il male alla radice, e noi lo faremo. Attaccheremo e
distruggeremo il Portale degli Antichi."
"Ostri...va
bene...mi affido alla tua saggezza; ovunque andrai, l'altra parte del Sommo sarà
sempre con te...
dove andresti senza un Guerriero???" Palank accennò un
sorriso, ma ridiventò subito serio.
"Dobbiamo
convocare l'intera Gerusia, immediatamente, provvedo." Palank corse fuori.
Ostri
si diresse sempre pensieroso verso la Sala della Gerusia e si sedette sulla
sedia riservata a lui. Aspettava pazientemente.
Si
udì uno squillo di tromba. Era il segnale della convocazione della Gerusia. In
pochi attimi, tutti i Vassalli appartenenti alla
suprema assemblea del
Regno
erano nella stanza, seduti, di fronte ai loro Re.
"Cari
Vassalli." parlò Palank. "Il pericolo di attacchi del Caos è ora
finito. Ma tra poco, come tutti sappiamo, il Caos ritornerà, più forte di
prima, e cercherà di oscurare per l'ennesima volta la Luce."
I
Vassalli abbassarono lo sguardo. Alcuni annuirono mestamente.
"Perciò...per
evitare tutto questo...il Sommo Blue Dragon ha deciso: il Regno passerà al
contrattacco."
I
Vassalli alzarono la testa di scatto fissando i due Sommi. Alcuni si guardavano
tra di loro, altri borbottavano, ma Palank riprese subito la parola: "Tutti
voi, e dico tutti, saranno impiegati in questa dura battaglia, dal primo
all'ultimo, ed anche altri valorosi Vassalli non facenti parte di questa
assemblea,
parteciperanno alla battaglia
finale. Noi stessi, combatteremo in prima
fila."
"Vi
chiederete dove attaccheremo l'immenso Regno del Caos..." aggiunse Ostri.
"...domanda assolutamente legittima. Ebbene attaccheremo il cuore del Regno
delle Tenebre. Il Portale degli Antichi."
I
Vassalli sgranarono gli occhi nell'udire quelle parole. Quella missione
equivaleva ad un suicidio.
Ostri
continuò: "Sapete benissimo quanto sarà pericolosa la missione; il
Portale è il collegamento tra il piano astrale e il piano materiale, attraverso
il quale passano ogni giorno migliaia di membri del Caos, espandendo sempre di
più il loro dominio. Distruggendolo, fermeremo la loro espansione, e batterli,
diverrà un gioco da ragazzi."
"Dimenticavo...il
Portale è sorvegliato da ben quattro Demoni Maggiori."
Owen
si alzò dalla sedia: "Sommo non ce la faremo mai a distruggere quattro
Demoni Maggiori, per non parlare di tutte le altre truppe ordinarie del
Caos..."
Greyhawk
lo seguì: "Questa missione è un suicidio."
I
Sommi si guardarono. "Ricordate il muro di Luce infrangibile che creiamo
quando siamo uniti? E' la Luce, sono i Valori che ci tengono uniti, è quella la
nostra vera forza. Se sapremo usarla, vinceremo ogni battaglia, ogni guerra, ma
dobbiamo rimanere sempre uniti, come un unico muro."
I
due Vassalli si sedettero, annuendo. Palank riprese la parola: "Saranno
ingaggiate due unità da cento Guardman, due unità da cinquecento Cavalieri e
un'unità di cinquecento arcieri per far breccia nel mezzo delle truppe. Tutti
voi Vassalli vi unirete al gruppo. La partenza verso Nord è tra una settimana.
La Gerusia è sciolta."
I
Vassalli si alzarono. Parlavano tra di loro.
Muldon
si consultava col suo grande compagno e amico Greyhawk, Sir Madhead parlava con
Sir Cyber Dark, e i due Fratelli di Spada, BrightBlade e Green Knight parlavano
a bassa voce, con un tono quasi tremulo.
La
settimana nel Regno passò in fretta. In breve si avvicinava la partenza e il
tremendo scontro con le forze delle Tenebre.
Tutti
coloro che sarebbero partiti si allenavano per tutto il giorno.
Il
campo di allenamento per i Guardman era sempre affollato, ed essi si allenavano
come non mai. La responsabilità su ogni singolo individuo era grande.
Greyhawk
si allenava giorno e notte vicino al Gran Massiccio, dove c'era il vulcano
dov'era stata forgiata la sua fidata BlackBane.
Owen
aveva intrapreso il suo ennesimo viaggio da Cavaliere errante insieme a Madhead
e a Vash, cari Fratelli e compagni erranti, i quali durante il viaggio
accumularono di nuovo esperienza.
Muldon
si allenava insieme al suo Peryton sulla cima del Gran Massiccio, dove la
temperatura era polare. Testava nuovi terribili incantesimi che avrebbe potuto
usare contro i temibili Demoni Maggiori.
Sir
Cyber Dark, da buon Paladino, si allenava insieme all'altro Paladino,
Brightblade. Essi combattevano tra di loro giorno e notte, potenziando le loro
abilità offensive, ma anche curative.
Nafai,
il Grande Barbaro, era insieme a Rastavoodoo, in cerca di esperienza. E ne fece.
Con la sua ascia diventava sempre più temibile e letale e cominciava a
sviluppare anche una certa velocità. Il suo compagno Rastavoodoo intanto
diventava sempre più agile e distruttivo.
Nightlord,
si allenava costantemente al buio, con la compagnia delle sole, fide, katane. La
sua velocità era già grandissima, ma prima della partenza diventò fulminea.
Degna di un assassino di tale nome.
Kahlwyreth
Kahrn e Green Knight si allenavano insieme nel bosco sacro alla Dama.
Combattevano anch'essi giorno e notte e nel riposo, ognuno pregava la sua
divinità, affinchè li aiutasse nel terribile scontro che li aspettava.
I
Sommi passavano il loro tempo ad allenarsi con i loro amici più vecchi, gli
amici di sempre: Entelius, Adriano II, Anue, Wyrden, Jim e Vik. Tutti lavoravano
sodo per distruggere una volta per tutte il pericolo numero uno del Regno: il
Caos.
E
la settimana passò.
Quella
mattina c'era una nebbia fitta. Era mattina presto e davanti le mura del Regno
erano già presenti le tanto citate truppe ordinarie. I Guardman attendevano
impavidi. Stranamente erano stati impiegati come forze d'attacco, quando si
prestavano normalmente alla difesa. Ma erano molto temibili nonostante la loro
lentezza. I cavalli già sbuffavano. I cavalieri tentavano con non poca
difficoltà di tenerli a bada con le loro redini. Gli arcieri, appena dietro i
Guardman attendevano, con la faretra e il loro amato arco sulla spalla.
Ad
uno squillo di tromba si aprirono lentamente i cancelli dietro le truppe. Ed
uscirono tutti i Vassalli capeggiati dai due Sommi. Uscirono lentamente, con
passo maestoso, e le intere truppe si inchinarono, compresi i cavalieri che
scesero da cavallo.
Diciotto
grandi, leggendari Vassalli e due Sommi. Loro avevano le redini del
combattimento. Da loro sarebbe dipesa la vittoria o la sconfitta nella grande
battaglia. Gli abitanti del Regno, nonostante l'ora, si riversarono sulle
strade, ma i cancelli furono chiusi. Salutarono i loro prodi eroi. Nel Regno
rimanevano le giuste persone che sarebbero servite per proteggerlo in questo
periodo.
I
Grandi Eroi partirono con passo lento e scomparvero nella nebbia. Alcuni a
piedi, altri a cavallo, non aveva importanza. Migliaia di vite umane erano in
gioco, i Sommi lo sapevano e ne erano pienamente responsabili.
Il viaggio durò molte lune, moltissime. Ma gli eroi che partirono non persero mai la convinzione di potercela fare, nonostante i pensieri e gli incubi che apparvero a tutti durante il viaggio e nonostante le innumerevoli difficoltà di una simile marcia senza precedenti.
Il giorno dopo la quinta luna piena,
apparvero all'orizzonte, le immense mura nere del Caos, che proteggevano il
grande Portale degli Antichi. Da lì provenivano nube nere e fumi e schizzi di
lapilli dai vulcani adiacenti alle mura. Era uno scenario terrificante.
I
Sommi fermarono il passo, dietro di loro i grandi Vassalli, e quindi le truppe.
Il Sommo si voltò verso l'enorme esercito e parlò: "Noi combattiamo per
la Luce. Essa finora non ci ha mai abbandonato. Questa è la battaglia più
importante. Potrebbe essere la fine dell'eterna guerra. La battaglia contro le
Tenebre. La Luce non ci abbandonerà proprio ora, e voi tutti lo sapete bene.
Saremo un muro compatto che avanzerà unico, mosso dai Sacri Valori in cui tutti
crediamo. Comunque andrà la battaglia, i nostri nomi rimarranno nella storia.
Ma ora combattiamo, perchè la storia siamo noi!!!"
Un
grido di esultanza partì dalle truppe che alzarono le armi che portavano al
cielo. I grandi Vassalli sorrisero guardando il Sommo, che anch'esso accennò un
sorriso: "Ed ora, andiamo a spazzar via quelle creature immonde
dalla faccia della terra!!!"
Il
Sommo cacciò un urlo sovrumano e cominciò a cavalcare verso le mura del Caos.
I cavalieri spronarono i loro destrieri al galoppo, mentre i Guardman e gli
Arcieri continuavano il loro passo.
I
grandi Vassalli erano sempre alle spalle del Sommo.
Il
castello, davanti al quale era piazzato l'enorme Portale degli Antichi si faceva
sempre più grande agli occhi delle truppe della Luce, e ad un certo punto si
sentì un verso terribile provenire dall'interno delle mura. Tutti continuavano
a cavalcare, imperterriti, non aventi paura del nemico. Sapevano che la Luce li
avrebbe condotti alla vittoria.
Dalle
mura si alzarono tre figure alate enormi, che il prode Kahlwyreth Kahrn aveva già
incontrato una volta. Erano i temibili Dragonogre, bestie immonde, simili a
draghi, ma forgiati e cresciuti nelle nere ed oscure forge del Regno del Caos.
Le tre creature si piazzarono di fronte all'esercito di Blue Dragon, con il loro
aspetto ripugnante. Immediatamente il cielo si fece nero. Migliaia di frecce
erano partite dai ranghi del retro dirette verso il Dragonogre più vicino che
venne conficcato praticamente in tutto il corpo. Esso tentò di menare qualche
colpo qui e lì, ma, allo stremo delle forze, dopo pochi secondi si accasciò a
terra, esanime.
L'altro
Dragonogre venne caricato da un centinaio di cavalieri e da Kahlwyreth Kahrn che
li guidava; la sua Ays aveva fame. E fu un massacro per il Dragonogre. Il Regno
di Blue Dragon non ebbe una perdita. Ora ne rimaneva solo uno, l'ultimo.
Muldon
dei Ghiacci, dall'alto, col suo Peryton, cominciò a formulare strane formule
magiche, note solo a lui e a muovere le mani compiendo strani gesti
incomprensibili a chi lo guardava. Il Dragonogre, che si era stufato, si alzò
in volo e corse incontro al Peryton ma si bloccò improvvisamente; si era
trasoformato in un enorme blocco di ghiaccio, che cadde al suolo, sfracellandosi
in mille pezzi.
I
Dragonogre erano sconfitti; ora veniva il momento dell'assalto al castello. La
battaglia cominciava.
Gli
arcieri si piazzarono leggermente distanti dalle mura; cominciarono a tirare
centinaia e centinaia di frecce contro gli addetti alle Multibaliste e ai
serventi delle tremende macchine da guerra piazzate sulle mura nere come la
pece.
I
Guardman portarono fin davanti al cancello i loro tremendi arieti e cominciarono
a picchiare contro le porte. Ogni ariete era mosso da circa duecento Guardman;
avrebbero fatto presto a buttar giù tutto quello che volevano.
Adriano
II si era unito alla fila di arcieri e con la sua fida balestra buttava giù più
nemici lui che almeno dieci arcieri.
Muldon
dei Ghiacci cominciò a disattivare macchine da guerra frantumandole in mille
pezzi, e Wyrden elaborava nuovi incantesimi di Luce che avevano un effetto
devastante sui nemici legati alle Tenebre.
Anue
era accanto ai Sommi, portava lo stupendo Stendardo da Battaglia di Blue Dragon
e parlò ad essi: "Forse ce la faremo..." Ostri annuì: "L'hai
detto Anue, lo speriamo e confidiamo nella Luce."
Intanto
gli altri Vassalli aspettavano il crollare del cancello per cominciare a
combattere seriamente; volevano vedere il sangue delle tenebre uscire copioso
dalle carcasse immonde delle bestie del Caos.
I
Paladini aspettavano pazienti; Sir Madhead, dall'alto della sua saggezza
sembrava il più tranquillo di tutti. Ma forse era teso anche lui.
Green
Knight era sul suo destriero e rivolgeva ad occhi chiusi l'ennesima preghiera
alla Dama del Lago, sperano l'aiutasse in questa tremenda guerra.
Greyhawk
accarezzava la sua fida Blackbane, come fosse una donna, e così faceva anche
Nafai con la sua tremenda ascia.
Nightlord
avvolto come sempre nel suo mantello nero impugnava le sue katane ansioso di far
fuori più nemici possibili.
I
destrieri scalpitavano.
E
le porte cominciarono a schricchiolare. I Guardman, stremati dallo sforzo,
continuavano con la forza dell'orgoglio e dell'onore a picchiare con quanta più
forza potevano con i due arieti. Dietro erano gli altri Guardman che sarebbero
entrati in azione appena il cancello fosse stato sfondato. Ai lati i Cavalieri
che sarebbero penetrati sul fianco.
In
molti tentavano di buttare dell'olio bollente sulle truppe al di sotto delle
mura, ma gli arcieri erano subito pronti a conficcare la loro freccia in mezzo
agli occhi del nemico.
I
Sommi erano pronti. Sapevano che tra pochi minuti sarebbe successo il finimondo.
Il cancello schricchiolava sempre di più. Erano pronti a caricare tutti coloro
che possedevano un destriero.
E
il momento arrivò. Il cancello cadde sotto i possenti colpi dell'ariete, ma a
sorpresa di tutti, centinaia di Destrieri del Caos cavalcati da Campioni si
riversarono all'esterno andando letteralmente a travolgere i Guardman addetti
agli arieti. Molti di essi morirono, ancora sfiniti dalla fatica di muovere
l'ariete. Alcuni si rifugiarono dietro i loro possenti scudi, ma in molti
vennero travolti e calpestati da mille zoccoli neri, cadendo sotto il peso dei
cavalli.
I
Guardman che si trovavano dietro gli arieti assorbirono perfettamente l'attacco
dei Cavaliere del Caos, molti dei quali vennero infilzati dalle armi dei
Guardman, che intanto avevano creato un muro di scudi. I Guardman si riversarono
all'interno della truppa di Cavalieri che era in grande confusione, tirando giù
i cavalieri dai cavalli e trucidandoli con violenza. Le armature dei Guardman
erano talmente resistenti che una lancia del Caos doveva colpirlo in un punto
scoperto, altrimenti sarebbe letteralmente rimbalzata. Mentre i Guardman
facevano strage tra i Cavalieri, i grandi Vassalli entrarono all'interno del
castello seguiti da un manipolo di Cavalieri. Gli altri rimasero fuori e
circondarono la truppa di Cavalieri del Caos che venne in breve tempo
sterminata.
Si
riversarono fuori in breve tempo centinaia di Guerrieri del Caos che si
trovarono davanti i tremendi Guardman e alcuni Cavalieri. Venne ingaggiata una
dura lotta che si sarebbe protratta per lungo tempo.
Mentre
Palank con il suo destriero cercava di farsi largo tra i cadaveri dei Guardman
travolti dai cavalli del Caos, scosse la testa, cercando di chiudere gli occhi e
di non vedere mai più delle immagini del genere.
Ma
ora entrava anche lui in battaglia. E non ci sarebbe stata pietà.
Erano
all'interno e centinaia di fanti attaccarono i grandi Vassalli, dietro di loro
v'erano decine di Abomini del Caos. Sir Cyber Dark e BrightBlade si lanciarono
verso gli Abomini caricandoli con le loro tremende spade. Esse penetravano con
facilità nelle carni sanguinolente degli Abomini che perirono uno dopo l'altro.
Anche Kahlwyreth si unì ai due Paladini, seguito da Greyhawk. Nessuno avrebbe
fermato quei quattro Vassalli.
Nel
frattempo i fanti del Caos impegnavano i Vassalli su destriero. Nel
combattimento v'erano Owen, Green Knight, Madhead e il grande Barbaro Nafai, che
si era subito lanciato alla carica, menando gran colpi con la sua ascia.
Owen
trafiggeva più nemici possibili con la sua lancia, mentre Madhead e Green
Knight combattevano fianco a fianco, uniti dalla credenza mistica della Dama del
Lago. Madhead travolse decine e decine di nemici col suo carro mentre Green
Knight decapitò altrettanti fanti con quanta più violenza e cattiveria
possibile, cosciente che quelle creature avrebbero tra qualche tempo attaccato
il Regno.
Rastavoodoo
e Nightlord, grazie alla loro grande agilità andarono alle spalle della truppa,
trucidando nemici e tagliando gole a volontà con la Mannaia di Rastavoodoo e
con le tremende Katane di Nighlord.
I
Sommi avevano sorpassato i fanti e gli Abomini e, seguiti da Muldon, Wyrden,
Entelius e Vash, si dirigevano verso il cuore del castello, dov'era situato il
Portale da distruggere. I Sommi dirigevano il gruppo mentre i due maghi
disintegravano letteralmente ogni nemico che gli si parava davanti. Entelius e
Vash trucidavano ogni nemico che veniva risparmiato dai due maghi. Davanti a
loro si parò un tremendo Campione Consacrato di Khorne e vennero fermati i
cavalli. Ostri urlò: "Fermi, ci penso io."
Pronunciò
delle parole sommesse, muovendo le mani come a formare una croce, per poi urlare
una parola: "HOLY!!!!!!" Un immenso lampo di luce accecò il Campione
che si accasciò a terra. Palank lo caricò col suo destriero e lo fece a pezzi
con la sua enorme
spada Elderil.
Nel
frattempo, Owen, Green Knight, Sir Madhead, Nafai, Rastavoodoo e Nightlord
avevano trucidato ogni misero fante del Caos con la loro forza. Erano in sei e
avevano sbaragliato centinaia di fanti; era questa la forza dei Vassalli di Blue
Dragon. Essi si diressero dove avevano visto andare i Sommi, mentre i Paladini,
Kahlwyreth Kahrn e Greyhawk rimasero impegnati a combattere con gli Abomini, che
sembrava si rigenerassero continuamente. Non era un problema per l'Highlander,
che conosceva molto bene questi poteri.
Ad
un certo momento, Greyhawk venne ferito alla gamba destra da un Abominio che
aveva conficcato il suo artiglio proprio lì. Greyhawk gemette in una smorfia di
dolore, e immediatamente i suoi compagni si voltarono verso di lui. Essi si
voltarono verso l'Abominio assassino e lo trucidarono mandandolo in mille pezzi.
Dopo
aver distrutto l'ennesimo Abominio, venne bendata la ferita di Greyhawk, che si
reggeva a stento in piedi.
I
Sommi e il loro gruppo erano nel frattempo arrivati davanti al Portale degli
Antichi. "Già fatto?" Esclamò Vash. Grande errore.
Arrivò
immediatamente uno dei quattro demoni maggiori che facevano di guardia al magico
portale. In tutta la sua forma immonda cominciò a menare colpi all'impazzata
verso il gruppo. Muldon riuscì a schivarli, grazie all'agilità del suo
Peryton, così come Palank, Ostri e Vash. Entelius, pur essendo agilissimo non
riuscì a schivare, e venne scaraventato lontano su di una pietra conficcata nel
terreno. Palank corse subito verso di lui. Entelius stava perdendo sangue ed
aveva una profonda ferita nel petto. Sputava sangue. Riuscì a parlare:
"Palank, fratello, tieni questo, me lo renderai se sopravviverò e se
vinceremo" gli porse con le ultime forze il suo Amuleto Benedetto e Palank
lo indossò. "OSTRI!!! Ti prego salva Entelius, sta morendo! Io intratterrò
il demone!" "Arrivo subito!" Ostri corse incontro a Palank e gli
diede il cambio mentre si diresse verso il demone maggiore. "Cos'hai fatto
bestia immonda?!?!?!?" urlò inumanamente Palank e lo caricò col suo
destriero pronto a colpire con la sua Elderil. Essa colpì a fondo, e nel
frattempo i due maghi cercavano di ferire il demone con i loro incantesimi. Ma
non ci riuscivano, se non parzialmente. Vash seguì il Sommo andando contro il
demone.
In
quel momento arrivarono i reduci dallo scontro contro i fanti, i sei grandi
Vassalli che videro la situazione tragica. Palank li avvistò ed esclamò:
"Finalmente ragazzi, potevate fare prima!!"
Owen
e Green Knight caricarono il demone con i loro destrieri menando colpi
fortissimi. Madhead arrivò col suo carro e la sua tremenda Ascia Runica
attaccando alle gambe del mostro.
Nafai
e Rastavoodoo corsero insieme e quest'ultimo riuscì adirittura ad arrampicarsi
sulle braccia del demone pugnalandolo sui tendini.
Nighlord
con agilità evitò ogni colpo del demone che resisteva e che mandò all'aria il
carro di Sir Madhead. Il Vassallo, per fortuna ne riuscì indenne dal grande
volo, forse il Ciondolo della Dama del Lago lo salvò. Egli gridò:
"Maledetto!!!" e si lanciò a piedi contro di lui.
Nel
frattempo, proprio quando il demone stava per cadere, per sfortuna della Luce,
arrivò il secondo demone che si diresse con passo minaccioso verso Ostri, che
stava formulando una qualche magia curativa per curare il suo amico Entelius.
"Affronta
noi, se hai il coraggio!" urlò Brightblade. Il demone si girò verso di
lui, e Ostri ringraziò il Paladino nella sua mente.
Brighblade,
Sir Cyber Dark e Kahlwyreth Kahrn erano soli contro un demone maggiore. Greyhawk
approfittò della situazione per dirigersi verso Ostri. "Per favore Ostri,
non riesco a muovermi così. Potresti curare la mia ferita alla gamba?"
"Solo un momento Fratello; Entelius sta morendo, è difficile
salvarlo."
"Capisco,
aspetterò."
Nightlord
si rese conto della situazione grave nella quale erano i due Paladini e
l'Immortale e cambiò bersaglio, correndo in aiuto dei suoi tre fratelli. Anche
Madhead si diresse verso il secondo demone, convinto che Owen, Green Knight,
Nafai e Rastavoodoo avrebbero finito il demone, con l'aiuto inoltre di Palank e
Vash.
Muldon
e Wyrden tentarono di colpire allora il secondo demone, vedendo che sul primo i
loro incantesimi non avevano effetto. Ma appena Muldon si avvicinò, il demone
colpì fortemente la sua cavalcatura, il suo Peryton che cadde. Wyrden,
analizzando la situazione, e vedendo che i suoi incantesimi non avevano effetto
sul demone, lanciò una magia curativa sul Peryton di Muldon, che in breve fu di
nuovo in forze e riprese il volo.
Nel
frattempo il primo demone stava per morire. Palank, sempre più furioso menava
colpi terribili, preoccupato ma allo stesso tempo arrabbiato per Entelius.
Il
demone, allo stremo delle forze, tentò un ultimo colpo alla cieca, che colpì
per sfortuna Owen ad una spalla, facendolo cadere da cavallo. Green Knight si
girò per un attimo, ma per fortuna vide che il fratello si stava rialzando; il
Manto Blue l'aveva salvato.
Intanto
il demone si era accasciato. Green Knight e Palank colpirono con le loro spade
il demone al petto nello stesso punto. Esso sputò un misto di sangue nero e
rosso e si stese a terra. Per sempre. I combattenti ripresero il fiato e Palank
strinse la mano a Green Knight.
Owen
rimontò sul cavallo.
I
Vassalli si fermarono un attimo, ma dovevano riprendere subito: infatti la
situazione del secondo demone era grave per i vassalli. Erano solo in quattro
contro di esso più i maghi.
Nel
frattempo Entelius era guarito e guardò Ostri. Lo abbracciò. "Grazie
Ostri, te ne sarò per sempre grato." Ostri gli sorrise e disse a Greyhawk
di venire per farsi curare.
Palank,
Owen e Green Knight si diressero verso il secondo demone per continuare la
battaglia, mentre Vash si riposò per un momento; non aveva mai affrontato una
battaglia così dura.
Intanto
Ostri aveva guarito la gamba di Greyhawk, il quale corse anch'egli contro il
demone. Questo però sembrava molto più forte del primo. Infatti sembrava non
farsi male nonostante i colpi inferti dai Vassalli.
In
quel momento il demone iniziò a gonfiarsi e a gonfiarsi sempre di più e i
Vassalli iniziarono ad allontanarsi. Avevano un brutto presentimento. Sir
Madhead, dalla sua saggezza, era dietro di tutti ed urlò:
"Scappate!!!" i Vassalli non fecero in tempo a girarsi che un'enorme
esplosione del demone lì colpì in pieno. Essi vennero scaraventati a terra, i
cavalli si accasciarono. Owen aveva una profonda ferita ad una gamba, così come
Green Knight che non riusciva più a muoversi. I Paladini, che erano i più
vicini erano stati feriti al petto. Madhead, fuggendo era stato ferito alla
schiena, mentre Kahlwyreth aveva perso un braccio. Ansimante, con una smorfia
che assomigliava ad un sorriso disse sommesso: "Tanto ricrescerà..."
Greyhawk
non era stato colpito, perchè non era ancora arrivato di fronte al demone, e
Muldon era riuscito a sfuggire col suo Peryton e a salvare Wyrden che era vicino
a lui.
Anche
Palank era stato ferito in più parti, ad un braccio e sul fianco destro.
Il
demone era esploso in un mare di sangue che aveva ricoperto i Vassalli feriti
vicino di lui. Molti stavano per morire.
Ostri,
che erano lontano, per curare i feriti sgranò gli occhi; non credeva a quello
che era accaduto: "Ma cosa...non può essere, di questo potere ne ero
all'oscuro! Tutti i Vassalli o quasi sono stati feriti gravemente, non possiamo
continuare così, NON POSSIAMO!!!!" si liberò un'energia magica enorme dal
suo corpo che si tramutò in Luce ben presto.
I
Vassalli riaprirono gli occhi, le ferite si rimarginarono e cominciarono a
rialzarsi in piedi. Molti erano increduli, alcuni non credevano ai loro occhi e
in molti dicevano fosse un miracolo. Essi scoppiarono in un grido all'unisono di
felicità. Non si erano accorti però, che quell'energia era stata data loro dal
Sommo Ostri, che era accasciato, senza forze. Tutti corsero verso di lui,
capendo che non era stato un miracolo ma un grande dono del Sommo per la
battaglia.
"Vassalli,
fratelli, continuate a combattere; la Luce è con voi. Non preoccupatevi per me,
se vincerete, sarò salvo anch'io. Ed ora sterminate gli altri due demoni e
distruggete il Portale!!" egli sputò sangue.
I
Vassalli si misero in ginocchio e fecero il segno della croce. Dovevano vincere
per il Regno e per lui che li aveva salvati ed ora era morente. Palank sussurrò
ad Ostri: "Ce la faremo Fratello, non ti lasceremo morire, fidati di
noi."
E
i Vassalli, furiosi, con Palank in testa si avviarono verso il Portale, ansiosi
di combattere e trucidare gli altri due demoni.
"Fatevi
avanti, maledetti!!! Venite ad affrontare le truppe della Luce, creature delle
tenebre!!! Fatevi sotto se ne avete il coraggio!" urlò rabbiosamente
Palank.
Come
non detto. I restanti due demoni, volando, atterrarono poco di fronte ai
Vassalli che li stavano aspettando, con le armi in pugno, sperando che anche
questa volta la Luce, sarebbe stata dalla loro parte.
I
demoni cacciarono un urlo disumano verso l'alto per impaurire i Vassalli, ma,
niente da fare, un Vassallo era tale poichè non era timoroso delle tenebre e
delle creature che appartengono ad esse.
E
cominciò la battaglia finale.
Muldon,
Green Knight, BrightBlade, Kahlwyreth Kahrn e Sir Cyber Dark si scagliarono
contro di un demone; gli diedero supporto anche i due fratelli Jim e Vik.
Sull'altro
demone si diressero Greyhawk, Owen, Nafai, Nightlord, Rastavoodoo, Entelius e
Wyrden.
Il
Sommo Palank, che si era stupito della velocità della carica dei suoi fidi
Vassalli, si unì al gruppetto di Entelius, che dopo essere stato curato da
Ostri, era ritornato più forte che mai.
Contro
il primo demone, Muldon riuscì finalmente a concentrarsi per colpire con i suoi
incantesimi. "Fratelli, spostatevi!!" gridò dall'alto del suo
Peryton. Essi si spostarono incuriositi e volgevano lo sguardo verso l'alto, in
attesa che il Mago dei Ghiacci facesse qualcosa.
Muldon
era ad occhi chiusi e gesticolava misteriosamente.
Il
cielo si fece buio. Anche il demone si voltò verso di lui, osservando i
Vassalli che facevano lo stesso.
Nello
stesso momento in cui il demone si voltò verso Muldon, egli aprì gli occhi di
scatto e verso il demone vennero scagliate degli enormi spuntoni di ghiaccio che
trafissero la bestia in varie parti.
Essa
si accasciò per un momento; i Vassalli che la combattevano, si illusero di
averla già sconfitta. Ma non era così. Essa si alzò a fatica cominciando ad
estrarre gli spuntoni di ghiaccio dal suo corpo con rabbia frenetica. Infine la
bestia cominciò a scagliarli davanti a lei, ma per fortuna vennero evitati dai
prodi eroi.
I
giovani Green Knight e BrightBlade colpivano quasi all'unisono la bestia,
menando nei colpi vitali con le loro spade, mentre i più esperti Kahlwyreth
Kahrn, Madhead e Cyber Dark analizzavano la situazione con più calma, ma con la
giusta rabbia che serviva a far piegare una volta per tutta il mostro. Jim e Vik
caricavano con i loro cavalli le spalle del demone, inferendogli ferite
gravissime alla spina dorsale con le loro tremende lance.
Dall'altra
parte, contro l'altro demone, la situazione non era così semplice. Nonostante
la velocità di Nightlord, Entelius e Rastavoodoo, nonostante la furia di Nafai,
nonostante i tremendi colpi inflitti da Owen e Greyhawk e le magie di Wyrden, il
demone si riprendeva istantaneamente menando colpi fortissimi. Esso non riusciva
neanche a vedere Nightlord, Entelius e Rastavoodoo e non riusciva a colpirli, ma
Owen, Nafai e Greyhawk se la stavano vedendo veramente brutta. Il demone
maggiore menò un colpo terribile sul barbaro che venne scaraventato dei metri
indietro, sbattendo per terra. Egli si rialzò appoggiandosi per un attimo alla
sua ascia che aveva posato per terra, ma caricò di nuovo il mostro, in preda
all'ira e alla rabbia. Greyhawk non era al massimo delle forze per via della sua
gamba, e cercava di fare il possibile. Owen doveva tenere a bada la sua Lucie
che scalpitava esageratamente, e spesse volte, per tenere calmo il cavallo, non
riusciva ad evitare i colpi del demone, che lo colpì varie volte, per fortuna
senza esiti negativi. Palank, esperto com'era, riusciva ad evitare agilmente
ogni colpo diretto contro di lui, dirigendosi con Panzi ovunque voleva, ed esso
lo seguiva, quasi come fossero un tutt'uno. Ed Elderil faceva spesso breccia
nella carne sanguinolenta del demone.
Nel
frattempo, fuori delle mura, continuava la battaglia tra i Guardman del Regno e
i Cavalieri del Caos. Ormai molti cadaveri giacevano a terra e i cavalli
facevano fatica ormai a camminare facendosi largo tra di essi. Ciò era un
vantaggio per i Guardman, che tiravano giù più persone possibili per
trafiggerli poi con le loro spade. I cavalli scappavano trovandosi senza
fantino. L'esito dello scontro sembrava ormai definito.
Intanto
il demone che combatteva contro Muldon e compagnia stava per cadere. Il Mago dei
Ghiacci sovente lanciava incantesimi tremendi, ma sopratutto i due Fratelli di
Spada erano mossi da una furia disumana, e tutti si chiedevano da dove
l'avessero presa mai. I Vassalli di vecchia data continuavano con i loro colpi
ed ormai era diventata una sfida a chi avesse dato il colpo di grazie al demone.
Esso, ad un certo momento cadde per terra, faccia in giù. Kahlwyreth spostò
Cyber Dark dicendogli "Dove vai?!?!" accennando un sorriso più simile
ad un ghigno. Egli saltò sopra il demone e conficcò la sua Ays nella giuntura
tra collo e schiena, uccidendo il mostro una volta per tutte. Un grido di
vittoria si levò dai vassalli che combattevano al suo fianco. "Ed ora,
tutti sull'ultimo demone!" gridò Sir Cyber Dark, levando la sua spada al
cielo. In quel momento si udì un rumore tremendo provenire dal Portale degli
Antichi. I Vassalli si voltarono di scatto verso di esso, chiedendosi cosa
stesse succedendo.
Il
Portale era simile ad un arco a sesto acuto, ed improvvisamente la zona che
comprendeva fu illuminata da uno strano viola scuro; una luce sicuramente
magica. Madhead disse: "Temo che la situazione stia per diventare
critica." Dopo pochi istanti dal portale, uscirono fuori centinaia e
centinaia di fanti del Caos, dopodichè il Portale ritornò com'era prima,
chiudendosi.
I
fanti urlarono e cominciarono a correre verso i Vassalli che guardavano ancora
increduli il Portale. Jim e Vik gridarono all'unisono: "Per Blue
Dragon!!!" e cominciarono a caricare i fanti che venivano verso di loro. Li
seguirono tutti coloro che avevano delle cavalcature. Green Knight si rivolse
verso BrighBlade: "Vuoi montare dietro al mio cavallo?" "No
grazie, combattero con i piedi per terra, aspettando i nemici e assorbendo lo
scontro." "Come vuoi...mi raccomando, fanne fuori il più
possibile!" Green Knight accennò un sorriso e spronò il suo cavallo alla
carica, seguendo i due fratelli.
Sir
Cyber Dark andò vicino all'altro paladino ed aspettarono insieme la carica dei
fanti. Kahlwyreth disse: "C'è posto ragazzi?" sorrise e si unì a
loro.
Madhead
saltò in sella al cavallo di Green Knight che aveva rivolto lo stesso invito
fatto a BrightBlade verso il Vassallo più anziano e più saggio del Regno.
Madhead non si fece pregare, sguainando la sua Ascia Runica.
L'impatto
fu tremendo. La parte centrale della truppa di fanti venne a contatto con i
cavalieri, mentre i lati si diressero verso i Vassalli a piedi. Jim, Vik, Green
Knight e Madhead, dove passavano, lasciavano una scia di cadaveri, aiutati anche
dai terribili zoccoli dei loro destrieri; una pedata di un cavallo in faccia non
era proprio il massimo. Ad un certo punto però Green Knight si sentì
strattonare verso il basso, e cadde da cavallo. Madhead cercò di afferrarlo, ma
non ce la fece; decise quindi di prendere le redini del destriero di Green.
"Te lo ridò a fine battaglia!" disse ironico Madhead. Green Knight
non ebbe neanche il tempo di ascoltare le parole del suo Fratello, perchè era
stato proiettato in una mischia furibonda. Molti fanti erano su di lui, e
cercava di ucciderne il più possibile. Ne aveva uccisi ormai una decina quando
cadde a terra. Si avvicinò minaccioso un campione dei fanti del Caos sopra
Green Knight e sguainò la spada, pronto a conficcargliela nella gola. Green
pensò che davvero fosse finita, quando vede la testa del fante scaraventata una
decina di metri oltre; Jim lo guardò dall'alto del suo cavallo con un sorriso.
Green Knight tirò un sospiro di sollievo e si rialzò in piedi velocemente.
Intanto
BrighBlade, Kahlwyreth Kahrn e Sir Cyber Dark si erano lanciati anch'essi alla
carica dei pochi fanti rimasti. E fu un massacro per essi. Tutti i fanti caddero
e non ne rimase neanche uno, senza che nessuno dei vassalli subì una ferita
particolare.
Nello
stesso momento arrivarono i vassalli a cavallo impegnati contro i fanti. Non
servirono delle parole per capire cosa bisognava fare ora. I vassalli si
scambiarono occhiate significative e, dopo che Green Knight ebbe ripreso il suo
cavallo, tutti si diressero verso l'ultimo demone, che stava dando filo da
torcere a tutti gli altri vassalli e allo stesso Palank. Egli vide subito
arrivare i suoi compagni Vassalli ed esclamò: "Finalmente...potevate
arrivare prima però, che dite?!?!" i vassalli non risposero e con un urlo
da guerra cominciarono a colpire il demone, che, nonostante tutto non ostinava a
piegarsi. Anzi, esso diventò più furioso e iracondo.
Il
demone cominciò a menare colpi alla cieca, dato che i vassalli erano ovunque
attorno a lui. Per grande sfortuna il demone colpì in pieno petto Sir Cyber
Dark che cadde a terra pesantemente. BrighBlade lo guardò per un momento, ma
non potè fare niente, e continuò a colpire la bestia. Stessa sorte toccò a
Green Knight che venne colpito anch'egli in petto dalla creatura. Il cavaliere
tocco terrà col ginocchio, che si ruppe inevitabilmente, causando
l'inamovibilità del vassallo. Palank si accorse che non poteva continuare così,
dato che in questo modo avrebbe perso altri vassalli, ma non sapeva proprio cosa
fare. Mentre pensava questo il demone allargò le braccia e saltarono via
Rastavoodoo e Muldon, che era lì vicino col suo Peryton. I due caddero
rovinosamente. Intanto i vassalli che erano rimasti non riuscivano più a
colpire il demone, anzi, venivano colpiti da esso. Essi però si riprendevano
velocemente, consapevoli che la responsabilità era adesso ancora più grande.
Il
grande barbaro venne ferito alla spalla e non potè più menare con la sua ascia
bipenne, mentre Owen cadde a terra, dopo che il suo destriero venne spazzato via
da un colpo tremendo della bestia. "E' finita" pensò Palank.
"L'ultimo demone ci ha sconfitti...non può essere..." Palank ansimò;
aveva il fiatone. Chiuse gli occhi per non pensare a quello che sarebbe successo
da lì a venire. Erano diversi i vassalli a terra che non potevano più
combattere. Senza il loro aiuto non sarebbero stati capaci di uccidere il
demone. Proprio mentre ogni speranza era stata buttata al vento, i vassalli
udirono una voce dietro di loro. Era una voce a loro familiare. Avevano sentito
essa molte volte all'interno del Regno, all'interno del castello, all'interno
della Gerusia, ma anche all'interno della Locanda, fino a tarda notte. Era la
voce di Ostri. Ma non era una voce, era un urlo: "HOLYYYY!!!!!!" gridò
con tutte le sue forze Ostri proiettando le sue mani contro il demone.
Tutti
i vassalli si voltarono verso di lui, guardandolo con stupore e allo stesso
momento felicità e preoccupazione per la sua salute. Palank vide il suo
Fratello che era ritornato e fece allontanare i vassalli dal demone, che stava
piegandosi. La forza della Luce stava sopraffacendo quella dell'Oscurità.
Ad
un certo punto però il demone sembrò risollevarsi e la forza di Ostri
diminuire. Allora Palank anche pronunciò: "HOLYYYYY!!!" creando lo
stesso fascio di luce di Ostri. Il sommo chierico lo guardò con stupore,
chiedendosi dove avesse imparato quella magia, nota solo a lui. Un giorno
gliel'avrebbe chiesto. Ne era sicuro.
Ostri
tornò forte; le sue speranze erano state risollevate dalla forza di Palank che
si era unito a lui contro il demone. I vassalli guardarono i sommi lottare
contro la creatura del male, e non potevano fare a meno di ammirare la loro
grande potenza, di gran lunga superiore alla loro, potenza malvagia del corpo a
corpo, contro la potenza sacra della magia della Luce. Quindi si inginocchiarono
e pregarono la Luce affinchè non li abbandonasse proprio in quel momento. Ed
essa accolse la loro preghiera. Il demone maggiore del Caos tirò un urlo
immenso e cade pesantemente a faccia in giù, una volta per sempre. Erano
diciotto vassalli e due sommi; avevano sconfitto quattro demoni maggiori. I
sommi si guardarono, si scambiarono un lieve sorriso e si abbracciarono I
vassalli si corsero incontro, increduli, e con grida di gioia si abbracciarono
anch'essi. Sapevano che ora sarebbero potuti tornare alla loro vita di sempre,
ricordando i giorni passati in locanda, nell'harem, o in qualsiasi posto del Regno. Ora avrebbero potuto rivivere quei giorni. Muldon, da terra si volse
verso Green Knight, che era a terra anch'egli, che rideva fragorosamente. Anche
Green si girò verso il mago dei ghiacci e, avvicinandosi a fatica, gli diede
"un cinque" amichevolmente. Anche Cyber Dark e Rastavoodoo si unirono
a fatica. Ostri si avvicinò verso i Vassalli feriti e li curò in un
battibaleno, in modo che si potessero anch'essi unire al coro di festa. Intanto
il Portale degli Antichi era crollato misteriosamente. Fu scoperto
successivamente che non bisognava distruggerlo, ma che si sarebbe distrutto
automaticamente dopo aver sconfitto i quattro demoni maggiori di guardia ad
esso.
I
Guardman erano fuori del castello del Caos sull'attenti che aspettavano i
vassalli uscire; davanti a loro, le carcasse dei cavalieri del Caos che avevano
ucciso. E i vassalli uscirono da quel posto di tenebre. Il cielo era azzurro, e
qualche cirro in alto dava una sfumatura più realistica ad un cielo che
sembrava da favola.
E
i vassalli, tutti, e i sommi e tutte le truppe della Luce si incamminarono per
il viaggio di ritorno verso il loro Regno. Sapevano che quella strada non
l'avrebbero mai più percorsa. Il nemico era sconfitto e la Luce aveva vinto
un'altra volta. Fu incredibile, forse era questo il vero potere di Blue Dragon,
ma poco prima di arrivare ai cancelli del Regno, a tutte le truppe, ai vassalli
e persino ai Sommi, vennero in mente le stesse parole: "Il Traguardo non si
trova alla fine del Viaggio, ma nel Viaggio stesso." molti si limitarono a
pensare ancora, altri sorrisero. Erano pronti per iniziare una nuova vita.
La
vedetta sulle mura del Regno vide tornare le truppe del Regno con i Vassalli e i Sommi, e non credette ai suoi occhi. Pieno d'emozione squillò il corno e in
poco tempo le persone del Regno si riversarono nei viali felici e contenti per
la sorte dei loro cari. Tutti i combattenti si prepararono ad un'accoglienza
magnifica...ma questa, è un'altra storia.
E CHE LA LUCE TRIONFI, SEMPRE!!!
Grafica
e layout del Libro
Green
Knight
Immagini
Dagli
Arazzi del Regno
Autori
Green
Knight & BrightBlade
DEDICATO A:
BLUE DRAGON
And…TAKE IT EASY!